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Giulia Cecchettin, l’arresto di Filippo Turetta: ecco la ricostruzione

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È stato arrestato all’alba di oggi, domenica 19 novembre, Filippo Turetta. Il 22enne – accusato dell’omicidio dell’ex Giulia Cecchettin – è stato fermato mentre era fermo su un’autostrada in Bassa Sassonia, a 150 chilometri da Lipsia in Germania. Era sul lato della strada, con le luci spente, mentre la legge tedesca prevede che le luci siano sempre accese. I poliziotti tedeschi si sono fermati per un controllo e hanno riconosciuto il giovane e la targa, che era stata segnalata dall’Interpol. Di Turetta si erano perse le tracce da domenica scorsa, quando la sua auto era stata intercettata in Austria. Ora sarà un giudice tedesco a dover valutare il Mae, ossia il mandato di arresto europeo, e a decidere sulla consegna del giovane, già da venerdì scorso iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di tentato omicidio.  


Delitto Giulia Cecchettin, lo hanno preso: Filippo Turetta arrestato in Germania


Da quando l’auto del 22enne era stata avvistata in Austria si erano fatte mille ipotesi sul destino del giovane in fuga da Vigonovo (Venezia). Su di lui era stata emessa un’ordinanza di arresto, quindi diffuso un mandato di arresto europeo per omicidio volontario aggravato, dopo che le forze dell’ordine avevano visionato le immagini delle telecamere della zona industriale di Fossò. Immagini definite “inequivocabili”: la sera di sabato 11 novembre i due avrebbero litigato animatamente nell’auto, poi Filippo l’avrebbe colpita al viso. Lei sarebbe scesa dall’auto, poi la fuga, lui l’avrebbe inseguita, presa per il cappuccio del giaccone e l’avrebbe colpita violentemente, forse con un coltello. La ragazza sarebbe caduta per terra sanguinante ed esanime. Turetta l’avrebbe quindi presa per i piedi e infilata dentro il portabagagli. Con quel cadavere il 22enne avrebbe viaggiato per oltre 100 chilometri fino al lago artificiale nel cuore della Valcellina dove ieri è stata trovata dopo giorni di ricerche e speranze.

La fuga di Filippo proseguirebbe quindi in solitaria. Con la sua Gran Punto punta verso il Friuli, poi San Candido domenica mattina 12 novembre ed entrerebbe in Austria dove per ben due volte sarebbe passato sotto a un targasystem tra Lienz e la Carinzia. Le sue tracce si perdono fino a oggi quando viene bloccato in Germania a bordo della sua auto. Il mandato d’arresto europeo, basato sul riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie, semplifica rispetto al passato le operazioni di consegna. Se Filippo dirà ok al ritorno in Italia la decisione del giudice tedesco potrebbe già arrivare in settimana (massimo entro 10 giorni), in caso contrario, invece, i tempi si allungherebbero.

Il difensore del 22enne potrebbe, ad esempio, chiedere rassicurazioni sulle condizioni garantite dall’Italia in tema carcerario, ma in ogni caso la decisione tedesca deve arrivare entro 60 giorni dall’arresto di Turetta. “Con l’arresto si è chiuso un cerchio, ma non conosco i dettagli, né le condizioni di Filippo Turetta”. La famiglia di Giulia ha reagito con “grande dignità”. Sono le parole che Nicola Conforti, comandante provinciale dei carabinieri di Venezia, pronuncia uscendo dalla villetta della famiglia Cecchettin a Vigonovo.

 

 


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