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“Come un treno in galleria”, la satira pungente di Romina La Mantia in Sicilia: le date

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L’irriverente comica satirica Romina La Mantia on stage a Catania, Ragusa e Palermo con il suo spettacolo : “Come un treno in galleria”. Il pubblico potrà vedere la sua performance: il 18 Novembre, alle 21, al Piccolo Teatro Paladino di Catania; il 19 novembre, sempre alle 21, al Piccolo Teatro del Mercato a Ragusa; il 24 novembre, alle 21,30, da Cinematocasa a Palermo; dal 1 al 3 dicembre alle Officine del Gatto Blu Catania alle 21.15. Ironica, graffiante, cinica, satirica ma soprattutto scomoda. È questa la comicità di Romina La Mantia, la poliedrica comedian palermitana che attraverso i suoi monologhi non ha paura del giudizio di nessuno.

“Come un treno in galleria”. Monologo satirico politicamente scorretto V.M. 16 anni Immagina un viaggio in treno attraversato solo da gallerie. Il buio incessante, il rumore sordo e continuo e la vana attesa di rivedere uno spiraglio di luce. In questo spettacolo, Romina La Mantia, ci racconta in maniera satirica, di quanto può essere tragicomico viaggiarci dentro e di come il punto di vista può cambiare il viaggio. Il temere la morte e volerle cambiare il destino, l’essere considerati un refuso della società e il non sapere uscire dal delirio di un amore tossico, sono solo alcuni dei temi portati in scena dalla comedian siciliana.

“Lo stato dell’arte in Italia? Vegetativo”, dice Romina La Mantia. “Siamo difronte ad un paziente in coma farmacologico. Se la dignità non fa qualcosa, ci penserà la mediocrità a staccare la spina”. Esordisce così parlando del settore di cui fa parte e continua sostenendo: “Siamo sempre più circondati da vicini di casa che invece di sdraiarsi sul divano e godersi lo spettacolo, tentano malamente di farlo loro. Una volta si accontentavano di partecipare alla ‘Corrida’ senza nessuna pretesa. Andavano li, si prendevano qualche applauso quando andava bene, se andava male qualche fischio e tornavano a casa. La cosa finiva lì. Adesso no. I 15 minuti di cui parlava Andy Warhol non gli bastano più. E allora succede che li becchi dappertutto: alle serate, in televisione, sui social”.

“Il mio genere è quello satirico. Mi diverto a scrivere di persone e situazioni per sottolinearne gli aspetti negativi, inserendo il mio punto di vista. Nei miei monologhi uso spesso l’ironia e il sarcasmo. Mi prendo molto in giro, lo trovo terapeutico. Credo che la satira sia necessaria. È il mezzo che aiuta ad analizzare il mondo e a riflettere sulle sue atrocità usando la risata. Non sono una comica rassicurante. Anzi. Chi assiste ai miei spettacoli lo sa. Non mi piace fare la piaciona con il pubblico. Mi chiedo sempre: perché mai uno spettatore dovrebbe pagare un biglietto per sentirsi dire da me quello che pensa lui stesso?”. Da una donna su un palco in Italia, forse, ci si è sempre aspettato altro, ma in questo momento storico, dove si dice che non ci dovrebbero essere etichette e che tutto può essere fluid, non ci si deve scandalizzare dalle tematiche da lei trattate. Sono tematiche considerate molto spesso tabù, parliamo di omosessualità, minoranze, morte, religione ma anche di violenza: la violenza delle donne verso altre donne.

 

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