Maxi-operazione antimafia congiunta polizia-Fbi tra Palermo e New York. La polizia di Stato, su delega della Dda di Palermo, ha eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 7 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa e altri reati connessi. L’operazione vede coinvolti investigatori italiani della polizia di Stato, appartenenti al Servizio centrale operativo e alla Squadra mobile di Palermo, coadiuvati da personale specializzato dei Reparti Prevenzione crimine, delle unità cinofile, del Reparto volo ed Agenti speciali dell’ Fbi, in qualità di osservatori. Contestualmente, a New York, l’Fbi ha eseguito 10 misure restrittive a carico di soggetti indagati per gli stessi reati.
L’operazione si inserisce in più vasto contesto investigativo ed esecutivo che ha visto il coinvolgimento di investigatori della Polizia di Stato e del Federal Bureau of Investigation in una complessa ed articolata indagine avviata sui componenti della famiglia Gambino di New York e alcuni referenti italiani del medesimo sodalizio ancora attivi in Sicilia. Infatti in tale contesto operativo, contestualmente all’esecuzione del provvedimento di fermo a carico dei 7 indagati in provincia di Palermo (attivi nei territori palermitani di Partinico, Borgetto e Torretta), la competente articolazione Fbi di New York ha eseguito analoghe misure restrittive a carico di ulteriori 10 soggetti, indagati per associazione per delinquere, estorsione, incendio doloso, cospirazione e turbativa d’asta.
L’operazione congiunta ha visto in campo agenti speciali dell’Fbi e investigatori del Servizio Centrale Operativo, della Squadra Mobile di Palermo e della locale Sisco, coadiuvati da personale specializzato dei Reparti Prevenzione Crimine, delle unità cinofile e del reparto volo. Il blitz è avvenuto in simultanea a New York e Palermo a partire dalle prime ore odierne (ore 4 di New York e ore 10 in Italia) con il reciproco impiego di investigatori italiani ed americani, intervenuti in qualità di “osservatori” sugli opposti scenari operativi. È arrivato dalla Sicilia, in particolare dal clan di Borgetto, la soluzione a un problema che i Gambino avevano con un imprenditore di New York.
È’ uno dei dettagli che emerge dall’indagine sui rapporti fra Cosa nostra palermitana e quella oltreoceano: un problema legato al pagamento del pizzo e di cui i Gambino avrebbero interessato un anziano capomafia di Borgetto che avrebbe inviato a New York un suo affiliato “per risolvere la questione”. “Questo – sottolinea in conferenza stampa Valentina Crispi, direttore Sisco Palermo – mostra il peso che la famiglia di Partinico ha anche in America”. “Consolidati e riattualizzati” i rapporti di collaborazione tra Cosa nostra palermitana e quella americana. A dirlo è il questore di Palermo Maurizio Calvino.
“Il cuore di questa indagine – aggiunge – è la conferma del peso di parti importanti della mafia palermitana e del ruolo che ancora possono avere su situazioni di malaffare che riguardano compagini malavitose d’oltreoceano”. Fra i reati contestati quello di estorsione che, ha sottolineato Calvino, “rimane la forma capillare di controllo del territorio da parte di Cosa nostra e viene attuata oltreoceano con le stesse modalità e finalità con cui è attuata nel nostro territorio. Un metodo estorsivo che impone una diffusione più capillare, un’adesione meno traumatica ma più sostanziale e quindi più diffusa”.