“Io credo che con l’arresto di Matteo Messina Denaro si sia chiuso un cerchio”. Così Maria Falcone, sorella del giudice ucciso nella strage di Capaci, in occasione dell’inaugurazione del “museo del presente e della memoria” a Palazzo Jung, a Palermo, che sarà dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. È stato messo “finalmente al 41 bis – ha detto ancora la sorella del giudice – l’ultimo dei sanguinari di Cosa nostra, quelli che sono stati responsabili delle stragi del 1992 e del 1993. Come dice Tina (Montinaro, ndr), credo che la giustizia debba continuare ad andare avanti e scoprire se c’era qualcosa dietro alla mafia”.
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“Quella di oggi – ha aggiunto – è soltanto la posa di una prima pietra di quello che sarà, spero a fine ottobre, il museo della memoria. Trovo importantissimo che questo bene così bello ma trascurato sia ridato alla città e che in questi luoghi i ragazzi possano trovare la memoria ma anche la voglia di lavorare per migliorare la Sicilia”.
“Il fatto di non parlare fa parte della mentalità del grande mafioso. Matteo Messina Denaro – dice ancora – non parlerà se non attraverso un percorso di redenzione che non credo possibile in un individuo come lui”.
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