Castelvetrano scende in campo per onorare il ricordo di chi ha sacrificato la vita per combattere la mafia e lo fa nel momento in cui la città è stata liberata dal dominio mafioso di Matteo Messina Denaro, il boss catturato a Palermo il 16 gennaio 2023 dopo una latitanza trentennale.
L’iniziativa, chiamata Memoria Nostra, è stata ideata e organizzata da Elena Ferraro, Giacomo Bonagiuso e dal sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano, che hanno convolto le istituzioni provinciali e regionali.
«Memoria Nostra – spiega l’imprenditrice Elena Ferraro – è un progetto di legalità che prende le mosse da un sentimento di ringraziamento alle forze dell’ordine e alla magistratura per avere raggiunto lo storico risultato della cattura del boss. Partendo dal ricordo del dramma della strage di Capaci, attraverso l’esposizione di uno storico cimelio legato a quel tragico 23 maggio 1992, saranno coinvolti gli studenti, che in una sorta di pellegrinaggio civile consegneranno le loro opere ed i loro pensieri e sperimenteranno che le radici della distruzione del passato si proiettano verso le fronde della rinascita del futuro, raccogliendo l’eredità della memoria».
Il percorso di legalità si dipanerà in tre momenti.
Il disvelamento. Il 25 aprile alle 11 si terrà, al Sistema delle Piazze di Castelvetrano, la cerimonia del disvelamento della teca contenente i resti dell’auto Quarto Savona 15, la Croma blindata del caposcorta di Giovanni Falcone, coinvolta nell’attentato di Capaci.
Un momento di partecipazione e riflessione, organizzato simbolicamente nel giorno della festa della Liberazione, che si svolgerà alla presenza del prefetto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della polizia di Stato, delle autorità civili, militari e religiose della provincia di Trapani, dei 23 sindaci dei Comuni della provincia di Trapani e dei sindaci di altri quattro Comuni della Valle del Belìce: Montevago, Menfi, Santa Margherita di Belìce e Sambuca di Sicilia.
I presenti ascolteranno la testimonianza di Tina Montinaro, la moglie del caposcorta di Giovanni Falcone, ideale rappresentante delle famiglie delle vittime della strage: il giudice Falcone, la moglie, il magistrato Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Interverrà anche il giornalista del Corriere della Sera Felice Cavallaro, da sempre impegnato a raccontare una terra, la Sicilia, martoriata dalla presenza mafiosa.
E tra i luoghi che più hanno subito il peso dello strapotere mafioso c’è proprio la città di Castelvetrano. «Momenti come quello di martedì 25 aprile – spiega il sindaco Enzo Alfano – sono importantissimi per il nostro territorio. La presenza nel cuore di Castelvetrano di un simbolo come l’auto della strage di Capaci è una straordinaria occasione di acquisizione della piena consapevolezza della ferocia di Cosa Nostra. Rendersi conto del male fatto è decisivo per una comunità per anni contaminata dalla presenza mafiosa a tutti i livelli della vita sociale. Questa terra ha grande bisogno di acquisire consapevolezza e non a caso abbiamo coinvolto le scuole».
Il pellegrinaggio civile. Il 26 e il 27 aprile, le istituzioni, i Comuni, l’Ufficio scolastico e la Prefettura autorizzeranno un «pellegrinaggio civile» in visita alla Quarto Savona 15 delle scuole di ogni ordine e grado delle province di Trapani ed Agrigento. Gli studenti, coordinati dal professor Giacomo Bonagiuso, recheranno in omaggio ai piedi della teca un prodotto, un manufatto, un pensiero o un’opera frutto della loro creatività, che costituiranno poi elemento essenziale del terzo step del progetto.
Memoria Nostra. Il 23 maggio, nel giorno del 41esimo anniversario della strage di Capaci, le opere degli studenti verranno esposte in occasione dell’inaugurazione della villa comunale intitolata a Falcone e Borsellino, uno spazio che viene restituito alla comunità castelvetranese dopo anni di abbandono. Tutti gli omaggi, che i giovani studenti avranno consegnato davanti al «sacrario» della teca con l’auto, verranno raccolti in un piccolo museo all’interno della villa stessa.