“È attacco allo stato, se interveniamo rischiamo l’imputazione del reato di tortura e se non lo facciamo ci massacrano”. È questo il durissimo commento di Gioacchino Veneziano segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria della Sicilia, alla notizia dell’aggressione avvenuta ieri pomeriggio al carcere di Catania Piazza Lanza, dove almeno sei detenuti hanno colpito ferocemente un agente della Polizia Penitenziaria, costringendolo alle cure del pronto soccorso.
“La spirale di violenza nelle carceri contro la Polizia Penitenziaria in Sicilia è in netto aumento – dichiara il leader della Uil di settore in Sicilia – ma purtroppo all’orizzonte non si vede nessun cambiamento, anzi il nostro lavoro è diventato una trappola. Infatti, la non definizione da parte dell’Amministrazione di protocolli operativi in occasione di rivolte, sommosse, disordini e altri eventi potenzialmente turbativi dell’ordine della sicurezza, propedeutiche alla prevenzione di aggressioni, espone il personale al rischio di essere intrappolati nell’imputazione del reato di tortura”.
“Riteniamo al netto dell’attuale propaganda politica – insiste il sindacalista regionale – che il governo debba dare un segnale di discontinuità rispetto al passato, introducendo nell’ordinamento una specifica ipotesi di reato o di un’aggravante, come quello realizzato a tutela dei pubblici ufficiali impiegati in servizio di ordine pubblico, per quanto riguarda la Polizia Penitenzieria, quando impegnata a sedare proteste,violenze ovvero eventi critici non gestibili nell’ordinarietà”.
“Esprimiamo solidarietà e sentimenti di vicinanza al collega ferito, auspicando severi provvedimenti – conclude Gioacchino Veneziano – da parte dell’Autorità Dirigente di Catania nei confronti di questi soggetti che sfruttando l’utopia della rieducazione, attaccano violentemente la Polizia Penitenziaria, e chiederemo un incontro specifico al Provveditore Regionale Cinzia Calandrino”.