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Dipendenti pubblici, a gennaio rischio busta paga più bassa: slittano gli aumenti

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I dipendenti pubblici che speravano in un aumento di stipendio a partire dal cedolino in pagamento a fine gennaio rimarranno delusi: non solo, infatti, gli incrementi introdotti dalla legge di Bilancio 2023 non sono stati ancora applicati, ma c’è persino il rischio che l’importo della busta paga risulti più basso rispetto allo scorso anno. Infatti, a partire dal cedolino di gennaio 2023 non verrà più applicato lo sgravio contributivo del 2% riconosciuto sugli stipendi d’importo inferiore a 2.692 euro, almeno fino a quando dall’Inps non arriveranno istruzioni in merito.

Il suddetto sgravio è ancora in vigore grazie alla proroga approvata con la legge di Bilancio 2023, con la quale viene persino portato al 3% per chi guadagna fino a 1.923 euro. Tuttavia l’Inps ne ha fornito istruzioni solamente fino al 31 dicembre 2022. Per questo servirà una nuova circolare per far luce sui nuovi bonus per la busta paga 2023 e fino alla sua pubblicazione Noipa non farà alcuna modifica al sistema di calcolo delle retribuzioni.

Ciò significa che l’aliquota contributiva applicata sarà quella ordinaria, dell’8,80% lato dipendente, senza alcuno sgravio. Una volta che l’Inps ne darà indicazione allora verrà nuovamente ridotta, per coloro che ne soddisfano i requisiti, e nel mentre verranno riconosciuti anche gli arretrati. Come ci ricorda Money.it, lo stesso varrà per l’aumento di stipendio dell’1,5% che la manovra riconosce a tutti i dipendenti pubblici: nonostante decorra da gennaio, e per tutto il 2023, bisognerà attendere i prossimi cedolini per conoscerne le conseguenze in busta paga.

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