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Taormina, cacciato dal ristorante perché col nipote di 6 mesi: vicenda in Parlamento

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È approdata in Parlamento la vicenda dell’imprenditore reggino che nel giorno dell’Epifania è stato invitato a lasciare insieme alla famiglia il bar-ristorante di uno dei più lussuosi e centrali alberghi di Taormina, perché presente il nipotino di 6 mesi. A denunciare la vicenda è stato il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, cui l’imprenditore si è rivolto.

“Il deputato di FdI Alfredo Antoniozzi – evidenzia Marziale – in seguito alla mia presa di posizione, ha rivolto un’interrogazione al ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Maria Roccella, per conoscere se lo Stato sia a conoscenza di questa tendenza che vieta l’accesso a bambini al di sotto di una certa soglia d’età e che risulta essere applicata da un numero crescente di ristoratori per aggirare il pericolo di eventuali schiamazzi nei propri locali, ma non prevista da alcuna disposizione legislativa, che risulterebbe peraltro, a giudizio dell’interrogante, incostituzionale in quanto il divieto di accesso per ragioni anagrafiche è da considerarsi discriminatorio e in contrasto anche con la Dichiarazione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e ratificata dalla Repubblica Italiana”.  

“All’indomani della segnalazione – continua il Garante – mi sono premurato di assumere informazioni sulla politicachildfree perseguita nei locali dislocati sul territorio nazionale, così apprendendo di tante strutture autodeterminate nel perseguire qualcosa addirittura di sanzionabile con ammende da 500 a 3mila euro, a conferma che le leggi vigenti vietano che si possa discriminare per età un soggetto”. Una delle scuse accampate dai promotori del no-kids “risiede nella mutuazione da Paesi come gli Stati Uniti d’America ed altri dell’Unione Europea, ma dovremmo stare attenti ad importare civiltà, non a distruggerla, perché apporre divieti ai bambini significa vanificare secoli di lotta per la piena affermazione dei loro diritti, significa annientare il significato profondo della famiglia”. 

“È per questo – conclude il Garante – mi batterò alacremente, ringraziando intanto l’onorevole Alfredo Antoniozzi per la sensibile assunzione di responsabilità a tutela dei minori, e nelle prossime ore chiederò ufficialmente alla Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, di voler inserire la trattazione del fenomeno tra i punti all’ordine del giorno della prossima Conferenza nazionale dei Garanti”. 

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