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DIRETTA VIDEO | Palermo in lacrime per l’ultimo saluto a Biagio Conte: funerali in Cattedrale

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Alle 10 di questa mattina la Cattedrale di Palermo era già piena di gente per i funerali di Biagio Conte, il missionario laico morto il 12 gennaio scorso a causa del cancro. L’inizio previsto per le 10,30 vede già una grande partecipazione di palermitani, ma non solo, per dare l’ultimo saluto a fratel Biagio, fondatore della Missione “Speranza e Carità”. Una vita trascorsa ad aiutare gli emarginati, gli “ultimi”. L’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, celebrerà la funzione. La salma di Biagio Conte è stata trasportata ieri in Cattedrale: è stata portata a spalla dai fratelli della sua Missione. Numerose le persone accorso per la veglia, una folla si è riunita in preghiera fino alla mezzanotte.

Centinaia di persone oggi hanno affollato la chiesa, tante altre sono rimaste fuori davanti al maxi schermo installato per dare a tutti la possibilità di seguire la funzione. La bara di fratel Biagio, era di legno chiaro con dei fiori bianchi e gialli attorno. Presenti i familiari di Biagio Conte e, fra le autorità, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.

La commozione di Lorefice. L’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha celebrato la funzione senza riuscire a nascondere emozione, con una voce rotta dal pianto ha accompagnato con la sua omelia l’inizio del viaggio del missionario laico. Lorefice ha letto le parole scritte per lui trattenendo l’emozione. La folla presente sul sagrato ha quindi iniziato a sostenerlo con un lungo applauso. “Un dono”, così l’arcivescovo lo ha definito.

Ti ringraziamo, o Padre, per il dono che hai fatto alla città di Palermo, alla Chiesa e al mondo: il dono di un cristiano. Il dono di un fratello che ha creduto alla tua Parola fino alla fine e fino in fondo. Noi stamattina ti ringraziamo o Padre perché lo abbiamo incontrato, perché ce lo hai fatto incontrare”.

Perché “Fratel Biagio, Padre, tu lo sai, era un lottatore. Un mite, potente lottatore. Lottava con l’arma del digiuno per tendere al massimo la sua forza umile e non violenta. Lottava così per insegnarci che è possibile combattere ogni forma di violenza e non essere violenti, portare la Croce di Cristo e la croce del povero, soffrire e donare gioia e speranza”.

 

 

 


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