Pamela Villoresi, 66 anni, attrice, direttrice del Teatro Biondo di Palermo ha rilasciato un’intervista a La Repubblica in cui ha raccontato di essere stata molestata a 15 anni, soffermandosi sul calvario di una giovane e bella aspirante attrice che subiva pressanti richieste dai produttori. L’articolo in questione è stato ripreso anche da Open di Enrico Mentana. “I produttori mi ascoltavano per due minuti e poi dicevano: ‘si spogli'”. Un anno dopo, la giovane età non le avrebbe impedito di denunciare alla polizia un’altra molestia. Poi l’incontro fortuito a un festival con un produttore di genere pornografico che le chiese di recitare in una delle sue pellicole. Villoresi aveva 16 anni, era minorenne. Il giorno dopo si presentò all’appuntamento concordato con un’agente in borghese.
La direttrice del Biondo di Palermo poi si sofferma anche su un altro tipo di umiliazione. “In Rai – dichiara a Open – per anni i funzionari erano costretti a imporre le favorite dei politici di turno e venivamo fatte fuori noi attrici scelte dai registi. E accade ancora. Solo qualche anno fa ho perso la parte così con un regista molto bravo ma molto giovane. Non si capisce perché tutte queste favorite non vogliano aprire una macelleria ma preferiscano tutte fare le attrici”.
Infine, snocciola la macabra liturgia che spesso si ripete di fronte alle denunce di molestie. Racconta di quando non è stata creduta neppure quando, dopo essere stata perseguitata “da un maniaco”, intorno al 1975, la polizia le chiese di raccogliere lei stessa le prove, recandosi a un appuntamento con un registratore. Da qui il rifiuto per paura di incontrarlo da sola. Ci vollero circa otto anni prima che lo stalker fosse catturato.
“A casa sua – continua su Open – c’erano le foto mie e di altre attrici. Poteva ammazzarci”. Una persecuzione, quella subita da Pamela Villoresi, durata anni. Anni di terrore e fiato corto che neppure il sonno poteva lenire. Le era negato anche quello: telefonate a mezzanotte, alle due, nel cuore della notte. “‘Ti accoltello puttana‘, mi diceva”. Inevitabile il trasferimento da una piccola casa di campagna, facilmente raggiungibile e poco protetta, alla città. “Forse il Me Too in America ha avuto più eco perché c’era più ascolto, ora però Amleta sta facendo un lavoro eccezionale”.
Amleta è l’associazione che da anni si occupa del contrasto alle disparità e alla violenza di genere nel mondo dello spettacolo. È stata fondata da 28 attrici, un collettivo “femminista”, che tra le altre cose, funziona da osservatorio costante per combattere la violenza e delle molestie nei posti di lavoro.
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