Scontri ultras Napoli e Roma, cosa è successo in autostrada

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La polizia lavora per identificare i tifosi coinvolti negli scontri avvenuti ieri tra ultras del Napoli e della Roma sull’autostrada A1 nel tratto tra Monte San Savino e Arezzo, in Toscana. A quanto riferisce la Questura di Arezzo, alle ore 13.30 circa di ieri circa 350 tifosi del Napoli diretti a Genova si sono fermati nell’area di servizio Badia al Pino direzione nord, la stessa dove nel 2007 morì il tifoso della Lazio Gabriele Sandri, ucciso dal proiettile esploso dall’agente Luigi Spaccarotella.

Il personale delle forze di polizia appositamente predisposto con ordinanza di servizio del Questore di Arezzo, è intervenuto chiudendo l’ingresso all’area di servizio per impedire che un gruppo di tifosi romanisti di cui si era avuto notizia, in transito lungo lo stesso itinerario, potesse venire a contatto con i tifosi del Napoli. Nel frattempo altro personale di polizia presente in un’altra area di servizio denominata Arno è stato fatto confluire sul posto. I tifosi della Roma in transito, molto probabilmente avvisati della presenza dei napoletani, hanno rallentato la marcia fino a fermarsi all’altezza dell’area di sosta mentre una parte degli ultras del Napoli, posizionata lungo la recinzione, ha iniziato un fitto lancio di oggetti contundenti verso le auto presenti sulla carreggiata.

Entrambi i gruppi in brevi attimi si sono spostati all’altezza dell’uscita dell’autogrill e sono entrati in contatto per pochi minuti; un tifoso romanista è stato ferito con un’arma da taglio. I tifosi romanisti dopo circa 15 minuti sono ripartiti, mentre quelli napoletani sono rimasti nell’area di servizio e successivamente scortati fino a Genova dalla polizia. L’autostrada è stata chiusa per circa 50 minuti in direzione nord.

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