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Benedetto XVI da “Inquisitore” a “Panzer-Kardinal” i tanti nomignoli di Ratzinger

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Il Papa emerito è morto alle 9,34 di questa mattina, a renderlo noto, il portavoce del Vaticano Matteo Bruni. “Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano”.

“La morte del Papa emerito Benedetto XVI è un lutto per l’Italia. La sua dolcezza e la sua sapienza hanno beneficato la nostra comunità e l’intera comunità internazionale. Con dedizione ha continuato a servire la causa della sua Chiesa nella veste inedita di Papa emerito con umiltà e serenità”. È quanto afferma in una dichiarazione il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“La sua figura – sottolinea il capo dello Stato – rimane indimenticabile per il popolo italiano. Intellettuale e teologo ha interpretato con finezza le ragioni del dialogo, della pace, della dignità della persona, come interessi supremi delle religioni. Con gratitudine guardiamo alla sua testimonianza e al suo esempio”.

Forse nessun Papa ha accumulato tanti nomignoli come Joseph Ratzinger da vivente, creati con perfida ironia fin dai primi anni in cui Giovanni Paolo II lo nominò prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, l’ex Sant’Uffizio.

Da “Mazinga” a “Paparazzinger”, da “Ratzweiler” a “Papanazi”, da “Paparex” a “Papanzer”, fino a “Nazinger” sono alcuni dei giochi di parole che lo hanno interessato suo malgrado. Perfino un irriverente “Rin Tin Tin” è stato uno dei soprannomi affibbiati a Ratzinger e quando venne eletto al soglio pontificio ci fu anche chi giocò al doppio senso usando per lui l”apparente benevola definizione di “pastore tedesco”.

Nel 1984 Ratzinger era già da tempo il “Panzer-Kardinal”, “L”Inquisitore” o “Il Grande Inquisitore”; un decennio più tardi era il “Rottweiler di Dio”. Più beffardo il nomignolo di “Paparazzi”. Anche i vignettisti hanno avuto buon gioco con Ratzinger, che nell”immaginario satirico ha fatto spesso ricorso al nazista. È stato ritratto con l’elmetto da Vauro, da altri disegnatori con l”uniforme della Wehrmacht e sul mensile satirico “Il Vernacoliere” marchiato con una “SS” che però sta per “spirito santo”.

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