“La” presidente del Consiglio dei ministri: è questa per l’Accademia della Crusca la definizione migliore con cui definire Giorgia Meloni, prima donna a guidare il governo in Italia. “I titoli al femminile – spiega il presidente Claudio Marazzini – sono legittimi sempre, e quindi è giusto dire ‘la’ presidente (eviterei la presidentessa), ‘la’ premier (ma se possibile eviterei l’inutile forestierismo), ‘la’ prima ministra. Chi usa questi femminili accetta un processo storico ormai ben avviato”. Marazzini poi aggiunge: “Chi vuole interpretare il maschile non marcato come un errore di grammatica, commette un eccesso poichè tratta solo di una preferenza linguistica”.
L’Accademia della Crusca approva “il presidente” Meloni: “È corretto”
Anche secondo la linguista Valeria Della Valle la neopremier Giorgia Meloni dovrebbe farsi chiamare “la presidente” ma, a differenza di Marazzini, ritiene che, secondo la grammatica, “il presidente” sia da ritenere grammaticalmente scorretto sebbene il nuovo capo del governo abbia il diritto di essere indicata come tale.
“Se vogliamo stare alla grammatica e all’aggiornamento della lingua italiana – spiega la condirettrice del Dizionario della Lingua Italiana Treccani – Giorgia Meloni deve essere chiamata ‘la presidente’ visto che appartiene al genere femminile così come diciamo la giudice, la rettrice. Questa è la risposta linguistica”. Sotto il profilo invece della consuetudine sociale “se la presidente vuole essere chiamata in questo modo ne ha tutto il diritto. Così come ne ha diritto la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi che rifiuta di essere chiamata direttrice d’orchestra e vuole essere chiamata direttore”.
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