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VIDEO | Imprese allo stremo a Palermo, bolletta da 42mila euro al panificio Quartararo

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Oltre 41mila euro di bolletta elettrica: accade a Palermo, dove al rinomato panificio Quartararo di viale Regione Siciliana è stata recapitata una fattura di 41.859,98 euro. A lanciare l’allarme, è il titolare Gioacchino Quartararo che sta organizzando per il 4 ottobre, alle 18 presso il punto vendita, un incontro con altri panificatori, imprenditori e famiglie, nel tentativo di trovare una soluzione al “caro bollette”. Oggi si è affidato a un video pubblicato sulla pagina Facebook dell’attività, ma già nei giorni scorsi aveva fatto appello a tutti affinché si trovasse il modo di “trovare una soluzione per non mandare all’aria una storica azienda come la nostra ed evitare di lasciare i nostri dipendenti senza certezze per il futuro, non è cosa facile”.

Poi, l’invito agli imprenditori a “contattarci in privato per unire le forze e trovare una soluzione al caro bollette. L’unione fa la forza”. Quartaro non è il primo titolare di azienda che a Palermo ha cercato di sollevare il problema. Le settimane scorse, notizie sconfortanti sono giunte anche da un noto bar di viale Strasburgo che si è visto recapitare una bolletta Enel di decine di migliaia di euro. Il decreto “Aiuti ter” è approdato in Consiglio dei Ministri il 16 settembre scorso.

Per le imprese a forte consumo di energia elettrica e gas è previsto “un contributo straordinario a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, sotto forma di credito di imposta, pari al 40 per cento delle spese sostenute” per gas e energia elettrica “acquistata ed effettivamente utilizzata nei mesi di ottobre e novembre 2022″. Il testo licenziato dal Cdm è stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale (scaricalo QUI ).

Serve però capire se questa sia una soluzione valida nell’immediato. Come ha fatto notare più di un commerciante, e più di un esponente delle forze politiche, è probabile che non sia questa la strada da percorrere. Il bonus sul credito d’imposta, infatti, potrebbe non andare bene a tutti e in attesa di “riscuoterlo” i commercianti sono comunque chiamati a togliere liquidità a stipendi e investimenti per fare fronte alle bollette.

Pagare meno tasse l’anno successivo, a fronte di esborsi da centinaia di migliaia di euro da sostenere subito, potrebbe mettere in ginocchio chi, dopo il lockdown dovuto alla pandemia, si trovava già con l’acqua alla gola. Ma per capire se quella del credito d’imposta sarà la panacea di tutti mali anche per il prossimo governo, occorrerà attendere le elezioni del 25 settembre prossimo. Poi la composizione del nuovo governo, l’assegnazione dell’incarico al Premier e le varie prassi di rito che riguardano anche le Camere.

Nel frattempo, c’è chi vede agitarsi all’orizzonte lo spettro della chiusura: “Gentili clienti – si legge in un post del 7 settembre sulla pagina Facebook di Quartararo – ad agosto malgrado l’adeguamento dei prezzi di vendita non siamo riusciti a far quadrare il conto economico dell’azienda (i costi dell’energia, del gas e delle materie prime sono aumentati in modo sproporzionato). Gli incassi sono risultati inferiori alle spese. Pertanto l’azienda sta valutando l’ipotesi di chiudere dal 1 ottobre e mettere il personale in cassa integrazione, per azzerare i costi di gestione e riaprire non appena chi di competenza avrà adottato le giuste misure di sostegno per fare ripartire le aziende. Ci scusiamo per la tragica decisione ma è dovuta alla sopravvivenza, grazie”.

 

 

 

 

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