“È gravissimo che a Palermo, senza alcun preavviso, un elevato numero di presidenti di seggio non si sia presentato per l’insediamento, ovvero abbia rinunciato all’incarico, ritardando l’avvio delle operazioni di voto”. A dirlo è il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. “Un tale atteggiamento – prosegue – esprime una assoluta mancanza di rispetto per le istituzioni e per i cittadini chiamati in questa giornata elettorale e referendaria ad esercitare un diritto costituzionale fondamentale per la vita democratica del Paese”.
“La procura di Palermo valuterà gli eventuali profili di responsabilità conseguenti alle segnalazioni inviate dal Comune, competente per le procedure di insediamento dei seggi e di sostituzione dei presidenti”. Il “caso Palermo” nella giornata di oggi è diventato di interesse nazionale sebbene già da ieri fosse trapelata la notizia dei cento presidenti di sezioni rinunciatari. Palazzo delle Aquile ha dichiarato nella giornata di oggi che avrebbe inviato gli atti in Procura.
La situazione nel capoluogo, che alle 12 vedeva un’affluenza alle urne del solo 11%, si è regolarizzata intorno alle 15 con la nomina degli ultimi 13 presidenti. La soluzione dell’accorpamento con le sezioni già operative non si è resa poi necessaria. Il caso forse più eclatante è stato quello dei 300 elettori rimasti dietro ai cancelli della scuola media Leonardo da Vinci, in via Serradifalco. In questo caso il disservizio sarebbe stato causato dalla mancanza di comunicazione dello spostamenti del seggio che, secondo il Comune, sarebbe invece stata fatta ad aprile dello scorso anno.
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