Le motivazioni della Procura di Palermo che hanno portato alla richiesta di arresto, avvenuto ieri, di Francesco Lombardo, candidato alle Amministrative di domani 12 giugno, con Fratelli d’Italia. L’accusa formulata è di “scambio elettorale politico-mafioso”. “Sussistono urgentissime esigenze di tutela di beni primari in ragione della prossima competizione elettorale del 12 giugno: in assenza di adeguate misure cautelari l’esercizio del diritto-dovere di voto di una estesa parte dell’elettorato diverrebbe merce di scambio da assoggettare al condizionamento e all’intimidazione del potere mafioso e dunque sottratto al principio democratico”.
Ombre sulle elezioni a Palermo, “voto di scambio”: arrestato candidato di Fratelli d’Italia
Queste le parole che hanno motivato al gip la richiesta di arresto dell’esponente di centrodestra, candidato al Consiglio comunale, e del boss Vincenzo Vella a cui, secondo gli investigatori che hanno intercettato una conversazione tra i due, si sarebbe rivolto Lombardo. L’incontro sarebbe avvenuto il 28 maggio scorso nel negozio di ortofrutta del boss, condannato per associazione mafiosa già tre volte. A captare la conversazione, un virus trojan nel cellulare del capomafia di corso dei Mille.
“Qualche voto qua lo prendiamo?“, avrebbe chiesto Lombardo a Vella. “Tu sì, tu personalmente sì”, avrebbe risposto il boss, libero grazie all’annullamento dell’ultima condanna a 20 anni per un vizio di forma. “Me li raccogliete una ventina di voti?”, avrebbe aggiunto Lombardo. “Se salgo io sono in commissione urbanistica. Sono all’edilizia privata, che appena c’è un problema io salto”, avrebbe detto chiaramente e facendo intendere, secondo le ricostruzioni fatte dagli agenti, che sarebbe stato a disposizione di Vella. “Non mi sono sempre messo a disposizione di voialtri a prescindere dalla politica? Quelli nostri tutti li prendi“, avrebbe risposto Vella.
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