Nell’afosa estate della Sicilia impegnata nelle Amministrative che coinvolgono 120 comuni piomba pure il monito di Papa Francesco pronunciato davanti a sacerdoti e vescovi siciliani. Il Pontefice, infatti, si è detto “addolorato per la disonestà della Chiesa” che “risente della situazione generale con le sue pesantezze e le sue svolte, registrando un calo di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, ma soprattutto un distacco crescente dei giovani”. Parole dette nel corso di un incontro con un gruppo di sacerdoti e vescovi dell’Isola.
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Francesco si è detto dispiaciuto per il fatto che soprattutto i giovani stentano a percepire nella Chiesa “un aiuto alla loro ricerca del senso della vita; e non sempre vi scorgono la chiara presa di distanza da vecchi modi di agire, errati e perfino immorali, per imboccare decisamente la strada della giustizia e dell’onestà”. Poi soffermandosi sul popolo siciliano in cui “prevale amarezza e delusione per la distanza con le zone più ricche del Paese” ha esortato i pastori ad “abbracciare fino in fondo la vita di questo popolo”. Bergoglio ha poi ricordato padre Pino Puglisi e Rosario Livatino, beati che “abbracciano pienamente le sorti della Sicilia”.
“Alta ed esigente è l’attesa della gente siciliana verso i sacerdoti. Si assiste in Sicilia a comportamenti e gesti improntati a grandi virtù come a crudeli efferatezze. Come pure, accanto a capolavori di straordinaria bellezza artistica si vedono scene di trascuratezza mortificanti. E ugualmente, a fronte di uomini e donne di grande cultura, molti bambini e ragazzi evadono la scuola rimanendo tagliati fuori da una vita umana dignitosa” ha detto Papa Francesco ricordano anche quanto la Chiesa abbia fatto con umiltà ed eroismo contro il “tanto sangue che è stato versato per la mano di violenti”.