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Palermo, Comune a rischio dissesto: Orlando chiede aiuto a Draghi

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Il Consiglio comunale di Palermo boccia il raddoppio Irpef proposto dalla Giunta e il sindaco Leoluca Orlando invoca l’intervento del governo centrale per scongiurare lo spettro del dissesto. Ieri, Sala delle Lapidi ha detto di no all’aumento dell’aliquota e il Piano di riequilibrio ora è a rischio. “Noi continuiamo a essere contro il partito del dissesto, un disastro che provocherebbe danni enormi alla città”. Lo ha dichiarato Orlando, oggi pomeriggio, nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi pomeriggio nella Sala Gialla di Palazzo delle Aquile, alla presenza dell’assessore al Bilancio Sergio Marino.

“Ho chiesto e torno a chiedere al presidente Draghi un intervento del governo nazionale per riequilibrare anche la condizione di Palermo rispetto a quelle di Torino, Roma e Napoli”. Comuni che hanno ricevuto aiuti dallo Stato: “Hanno ottenuto un miliardo o multipli di un miliardo, a fronte dei nostri 178 milioni. Confido nel fatto che il governo intervenga, così come ho chiesto. Al presidente Draghi ho anche rappresentato l’assurdità del Fondo crediti di dubbia esigibilità che costringe comuni come Palermo a bloccare risorse, nonostante la città ne abbia di disponibili. Palermo non ha debiti, ma ha piuttosto difficoltà a riscuotere la fiscalità locale”.

“L’amministrazione comunale si è dotata di un Piano di riequilibrio che è modificabile negli anni dalle future amministrazioni, approvato dal Consiglio comunale, previsto dalla legislazione per evitare il disastroso dissesto con il quale, invece, non si potrebbe modificare nulla: salterebbero al massimo tariffe e aliquote fiscali, salterebbe l’aumento delle ore per i dipendenti, salterebbero le nuove assunzioni, si condannerebbero Teatro Massimo e Teatro Biondo e si taglierebbero le spese sociali”. Tutto vero, come lo è però che in caso di dissesto e l’invio dei commissari governativi (tre) ci sarebbero, per legge, dei limiti agli aumenti.

Prendendo sempre l’esempio dell’Irpef, con il dissesto non si potrebbe toccare la quota dello 0,8%, in caso di Riequilibrio, invece, per 20 anni sarebbe la politica locale a prendere decisioni per cui, sempre parlando di Irpef, non sono previsti limiti agli aumenti. Naturalmente gli aspetti sono ancora più complessi ma non è da escludere che il ricorso al dissesto sia da congiurare anche per chi il default lo causa in quanto, sempre secondo la legge, ne devo poi rispondere e in caso di “condanna” una delle “sanzioni” previste è l’ineleggibilità che per un politico è una catastrofe.

Per Orlando, inoltre, “in questo scenario di criticità complessiva si registra il comportamento irresponsabile di alcuni consiglieri comunali che eletti con me al primo turno nel 2017 hanno pensato di schierarsi contro gli interessi della città. Siamo in presenza di una mancanza di cultura di governo. Ma nonostante tutto ciò io vado avanti fino alla fine per garantire al mio successore e al prossimo Consiglio comunale di poter amministrare una città non in dissesto, perché il dissesto è in danno degli interessi dei cittadini e dal dissesto non si esce. Non consentirò che Palermo venga utilizzata come merce di scambio”.

 

 


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