Sarebbe stato un ventenne a uccidere, ieri sera a Palermo, il 47enne Natale Caravello. Alessandro Sammarco, si è costituito ieri alla Squadra Mobile dove avrebbe spiegato di aver assassinato la vittima “colpevole” di ostacolare la sua relazione con la figlia. Caravello è stato ucciso con tre colpi di pistola alla testa in via Matera, intorno alle 20, mentre si trovava a bordo del suo scooter. La Procura di Palermo ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di quello che sembrerebbe essere reo confesso e che ieri sera si è presentato alla caserma Carini dei carabinieri per costituirsi. L’interrogatorio è durato tutta la notte, Sammarco avrebbe raccontato di aver sparato perché Caravello lo ostacolava in tutti i modi con sua figlia.
Avrebbe pure detto che l’omicidio non era premeditato e che non voleva uccidere ma che dopo averlo visto a bordo dello scooter ha estratto la pistola facendo fuoco “e ora mi sono consumato“, pare abbia detto agli investigatori. Un movente passionale, quindi, alla base del delitto del 46enne di Brancaccio. Gli agenti, del resto, avevano subito escluso la pista mafiosa. Caravello aveva precedenti penali per rapina e reati contro il patrimonio. Nel 2015 era stato arrestato, insieme ad altre persone, perché accusato di far parte di un gruppo criminale specializzato in rapine nel nord Italia. Soprattutto banche. Nonostante questo e il fatto che fosse stato freddato come un boss, la polizia aveva subito escluso la pista dell’omicidio di mafia.
Il giovane, che sembrerebbe si sia autoaccusato del delitto, si trova ora in carcere. Quando è entrato in caserma per confessare, in compagnia del suo legale, avrebbe iniziato a darsi colpi alla testa dicendo ripetutamente “Mi sono consumato“. L’interrogatorio, poi, è continuato negli uffici della Squadra Mobile.
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