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Covid, contagi in calo ma l’Ecdc avverte: “La pandemia non è finita”

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Contagi Covid in calo in Italia ma l’invito è sempre quello a non abbassare la guardia perché “la pandemia non è finita”, ricorda Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per le malattie (Ecdc). In 24 ore , secondo l’ultimo bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute, sono stati registrati 62.231 casi da Coronavirus sabato 12 febbraio 2022 e altri 269 morti. Sono stati 587.645 i tamponi processati con un tasso di positività del 10,6%. Sono 16.310 i ricoverati con sintomi, 514 in meno di venerdì, mentre sono 1.223 le terapie intensive occupate, 42 in meno del giorno prima. Sono 10.206.892 i guariti, 117.463 in più da ieri, mentre sono 1.695.614 gli attualmente positivi. Da inizio pandemia le vittime sono state 150.824.

Ecdc. “La pandemia non è finita. È probabile che questo Covid-19 rimanga con noi. Non è detto che Omicron sia l’ultima variante che vediamo”, dice Ammon. “Se ci sarà un cambiamento di approccio nelle misure saranno i Paesi a deciderlo. Attualmente vediamo un’enorme differenza tra le situazioni in Europa”, ha rilevato, ricordando che “abbiamo da 600 ai 1000 casi per 100mila abitanti, quindi le misure restrittive variano in base alla situazione epidemiologica e al livello di vaccinazione”. 

Proprio sull’allentamento delle restrizioni in alcuni paesi, Ammon spiega che “stiamo monitorando molto attentamente quello che succede soprattutto a livello di ospedalizzazione e terapie intensive”. In particolare delle mascherine, non più obbligatorie all’aperto in Italia dell’11 febbraio, la direttrice aggiunge che “se si vuole raggiungere una riduzione della contagiosità bisogna mantenerle nei luoghi dove non è facile mantenere le distanze, quindi al chiuso o dove ci sono assembramenti. La mascherina poi, secondo me, non è una misura così invasiva”. 

E a proposito di cosa abbiamo imparato dalla pandemia Ammon spiega: “Abbiamo imparato molto ma non direi che sappiamo già tutto su questo virus. Spesso ci ha sorpreso in questi 2 anni quindi dobbiamo stare molto attenti. Dobbiamo intensificare la sorveglianza e migliorare il sequenziamento per individuare le varianti del virus il prima possibile”.

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