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Fondazione Open: l’inchiesta, le accuse. Renzi: “Non ho commesso reati”

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“Io non ho commesso reati, spero che i magistrati fiorentini possano in coscienza dire lo stesso”. Lo ha detto Matteo Renzi a proposito dell’indagine sulla Fondazione Open. Per il leader di Italia Viva è stato chiesto oggi il rinvio a giudizio insieme alla collega di partito Maria Elena Boschi, Luca Lotti del Pd, ex renziano, e altri 12 indagati, tra cui 4 società. Renzi è accusato di finanziamento illecito ai partiti assieme pure all’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Fondazione Open, agli imprenditori Marco Carrai e Patrizio Donnini.


Fondazione Open, chiesto rinvio a giudizio per Renzi, Boschi e Lotti


Oggi è stata fissata l’udienza preliminare per il processo Open che si terrà il giorno 4 aprile. “Finalmente inizia il processo nelle aule e non solo sui media. I cittadini – si legge in una nota dell’ufficio stampa di Renzi – potranno adesso rendersi conto di quanto sia fragile la contestazione dell’accusa e di quanto siano scandalosi i metodi utilizzati dalla procura di Firenze. È utile ricordare a questo proposito che la richiesta è stata firmata dal Procuratore Creazzo, sanzionato per molestie sessuali dal Csm; dal Procuratore Aggiunto Turco, che volle l’arresto dei genitori di Renzi poi annullato dal Tribunale della Libertà e dal Procuratore Nastasi, accusato da un ufficiale dell’Arma dei Carabinieri di aver inquinato la scena criminis nell’ambito della morte del dirigente Mps David Rossi. Questi sono gli accusatori”. 

“Nella giornata di oggi intanto il senatore Matteo Renzi ha provveduto a firmare una formale denuncia penale nei confronti dei magistrati Creazzo, Turco, Nastasi”, continua l’ufficio stampa. “L’atto firmato dal senatore sarà trasmesso alla Procura di Genova, competente sui colleghi fiorentini, per violazione del’articolo 68 Costituzione, della legge 140/2003 e dell’articolo 323 del codice penale. Renzi ha chiesto di essere ascoltato dai PM genovesi riservandosi di produrre materiale atto a corroborare la denuncia penale contro Creazzo, Turco, Nastasi”, precisa ancora la nota.

L’INCHIESTA. La notizia dell’esistenza dell’inchiesta della procura di Firenze (iscritta come fascicolo 3.745/19) sulla fondazione considerata la “cassaforte renziana” è diventata di pubblico dominio nell’autunno del 2019. Attiva tra il 2012 e il 2018, per agevolare la scalata all’interno del Pd dell’allora sindaco del capoluogo toscano Matteo Renzi, ed organizzare le convention della Leopolda. Tra i mesi di settembre e novembre di tre anni fa i militari della Guardia di Finanza, su ordini dei pm Luca Turco e Antonino Nastasi, fecero eseguire decine di perquisizioni nei confronti dei soggetti privati che avevano effettuato rilevanti donazioni alla Fondazione Open, di cui è stato presidente l’avvocato Alberto Bianchi.

E proprio Bianchi è stato il primo ad essere indagato per traffico di influenze illecite tra il 2016 e il 2018 e per reati in violazione della legge sul finanziamenti dei partiti politici. Durante le perquisizioni furono sequestrati anche i bilanci della Fondazione e la lista dei finanziatori. Ingente materiale, compresi pc e telefonini, fu sequestrato anche a taluni dei donatori, perquisiti in diverse città: Milano, Torino, Roma, Napoli, Parma, Bari, La Spezia, Pistoia, Alessandria e Modena. Contro i decreti di sequestro sono stati presentati ricorsi in Cassazione e poi anche al Tribunale del Riesame. Bianchi è considerato uno degli uomini più vicini all’ex Premier, uno dei membri della cerchia del cosiddetto “giglio magico”, come i deputati Maria Elena Boschi e Luca Lotti e l’imprenditore Marco Carrai, tutti presenti nel consiglio della Fondazione.

I pm fiorentini hanno considerato fin dall’inizio dell’inchiesta la Fondazione Open un’articolazione di partito che faceva capo alla corrente renziana del Pd. I magistrati hanno ipotizzato nel corso delle indagini i reati di traffico di influenze illecite, riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita, false comunicazioni sociali oltre che quello di finanziamento illecito ai partiti.  Dall’inchiesta sarebbe emerso che durante la sua attività la Fondazione Open avrebbe raccolto un totale di circa 7 milioni di euro: 670.000 nel 2012, 700.000 nel 2013, 1,1 milioni nel 2014, 450.000 nel 2015, 2,1 milioni nel 2016, 1 milione nel 2017 e 1,1 milioni nel 2018.

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