Canone Rai, cosa cambia nel 2022? L’abbonamento (obbligatorio) per chi riceve in casa il segnale televisivo resta fino alla fine di quest’anno nella bolletta elettrica, già salata di suo. Poi, dal 2023, verrà scorporato per rispondere a una esplicita richiesta dell’Europa. Ma forse, e per assurdo, la vera novità del canone Rai 2022 è che nulla cambia per quanto riguarda tablet e smartphone si legge su laleggepertutti.it. In Parlamento, infatti, è naufragata la proposta avanzata a fine 2021 di far pagare la tassa non solo ai possessori di un televisore ma anche ai proprietari di un dispositivo elettronico che consente di guardare i programmi via internet.
Ciò significa, dunque, che non bisogna fare nulla per quanto riguarda il canone Rai 2022? Non proprio. Chi ha beneficiato finora dell’esenzione dal versamento dell’imposta dovrà presentare una nuova richiesta: la domanda, infatti, va presentata ogni anno. E, possibilmente, quanto prima, cioè entro la fine del mese di gennaio affinché l’esenzione copra tutto l’anno. Altrimenti, se la richiesta arriva:
– dal 1° febbraio al 30 giugno: l’esenzione copre solo il secondo semestre;
– dal 1° luglio al 31 gennaio: l’esenzione copre solo l’anno successivo.
In altre parole: chi sa di non dover pagare il canone tv deve rinnovare entro il 31 gennaio la richiesta di esenzione affinché questa sia valida per tutto l’anno. Ne hanno diritto:
– i cittadini che hanno un’utenza elettrica ma non detengono alcun apparecchio televisivo in casa;
– chi ha compiuto i 75 anni di età ed ha un reddito annuo non superiore a 8.000 euro;
– i diplomatici ed i militari stranieri.
La richiesta, sotto forma di autocertificazione, va inviata all’Agenzia delle Entrate:
– per via telematica, collegandosi al sito delle Entrate (agenziaentrate.gov.it, sezione Schede informative e servizi – Agevolazioni – Canone TV – Casi di esonero);
– tramite raccomandata, allegando una copia di un documento di identità, all’indirizzo Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio Canone TV – Casella postale 22 – 10121 Torino.
Chi finora ha pagato nella bolletta della luce i famosi 90 euro diluiti in dieci rate da 9 euro l’una tra gennaio e ottobre continuerà a versare l’abbonamento televisivo nello stesso modo. In alternativa, è possibile pagarlo:
– con modello F24;
– tramite addebito sulla pensione.
Nel primo caso, l’utilizzo del modello F24 è previsto: nel caso in cui nessun familiare sia intestatario di un’utenza elettrica di tipo domestico-residenziale; per chi ha una fornitura di energia elettrica da parte di una rete non interconnessa con l’infrastruttura nazionale. Chi, invece, volesse effettuare il pagamento del canone Rai tramite addebito in pensione, può farlo solo: previa richiesta all’ente pensionistico entro il 15 novembre dell’anno precedente quello di competenza dell’imposta; nell’anno precedente a quello in cui viene inviata la richiesta ha avuto un reddito pensionistico non superiore a 18.000 euro.
Dal 2023, ci sarà il vero cambiamento: il canone tornerà ad essere pagato in maniera autonoma, fuori dalla bolletta della luce. È la condizione che la Commissione europea ha posto al Governo italiano per poter ricevere i fondi del Pnrr, cioè del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il motivo? Semplice: non è possibile chiedere ad una società privata che opera nel settore dell’energia di riscuotere per conto dello Stato una tassa che nulla ha a che fare con il suo settore di attività. Si tornerà, dunque, al vecchio sistema. E qualcuno teme che ci sarà una nuova impennata di evasori del canone Rai nel momento in cui non ci sarà più il legame con la fattura di un’utenza indispensabile in una casa (finora, appunto, quella della corrente elettrica).
Rischio che, a ben guardare, si corre già oggi. Basti pensare a chi segue serie e trasmissioni tv via Internet, anche grazie al servizio Rai Play che la stessa Rai, molto generosamente, ha messo gratuitamente a disposizione di chi ha una connessione a Internet. Che le abitudini dei telespettatori stiano cambiando con i nuovi abbonamenti televisivi è un dato concreto, come lo è anche il fatto di poter fare a meno del canone tv addirittura aumentando la qualità e la soddisfazione di ciò che si guarda.