L’attuale emergenza pandemica ha fatto emergere l’esigenza di creare un sistema di sorveglianza dedicato alla prevenzione e una rete di PTDA codificati per il trattamento e la riabilitazione da Long Covid. Infatti la percentuale di persone guarite dall’infezione da SARS-CoV-2 ma che necessita ancora di assistenza sanitaria a distanza di settimane o mesi dalla negatività al test supera il 50%. Questo quanto emerso nel corso del convegno “Il silenzio del Long Covid: Sussidiarietà e strumenti di prevenzione del rischio di una nuova emergenza sanitaria” che si è tenuto oggi, giovedì 16 dicembre, nella prestigiosa sede di Palazzo Steri a Palermo.
Durante l’incontro, organizzato dall’assessorato regionale della Salute – Ufficio Speciale Comunicazione per la Salute in collaborazione con Lions International, Università degli Studi di Palermo e Cefpas, è stato fatto il punto sullo stato dell’arte sul delicato tema del Long Covid e dei percorsi di diagnosi e terapia. Nel corso del convegno numerosi professionisti si sono confrontati sulle diverse esperienze provenienti dall’ambito medico e clinico.
“Il dialogo sinergico tra istituzione e comunità scientifica ci deve condurre verso una gestione ordinaria della pandemia con la quale stiamo imparando a convivere, ma il nostro impegno è anche quello di arginare la disinformazione portando la cittadinanza ad informarsi attraverso i canali istituzionali, gli unici che restituiscono le azioni messe in campo dalla Regione Siciliana”, a dirlo Angela Antinoro capo di gabinetto dell’assessorato regionale della Salute che ha portato i saluti dell’assessore Ruggero Razza che ha fortemente voluto l’avvio di questo percorso.
Nel corso del convegno è stato anche presentato il protocollo di intesa siglato tra l’assessorato regionale della Salute e Lions International: “La collaborazione tra assessorato e Lions è finalizzata al sostegno e alla promozione della salute per rafforzare l’adesione alle attività di prevenzione – spiega Daniela Segreto, dirigente Ufficio Speciale Comunicazione per la Salute, e aggiunge – grazie alla loro diffusa rete territoriale e al coinvolgimento dei professionisti sanitari che aderiscono all’associazione, possiamo raggiungere la popolazione più difficile da raggiungere”.