È stato rinchiuso in carcere Agatino Scalisi, 46 anni, indagato per omicidio volontario pluriaggravato ed estorsione aggravata. Il 25 novembre scorso, l’uomo è stato condannato in primo grado a 30 anni di reclusione in relazione all’operazione convenzionalmente denominata “Ambulanza della morte”. Secondo la ricostruzione della Procura di Catania, i malati sarebbero stati uccisi durante il trasporto con ambulanza privata dall’Ospedale di Biancavilla, nel Catanese, alle rispettive abitazioni, tramite iniezioni di aria per via endovenosa da parte degli addetti alle ambulanze.
Imputato pure Davide Garofalo, condannato dalla Corte D’Assise alla pena dell’ergastolo. Le sentenze non sono ancora definitive e quest’ultimo ha già presentato appello, facoltà che può ancora essere esercitata da Scalisi che, secondo i magistrati avrebbe commesso i reati con modalità mafiose per agevolare le attività illecite del clan “Mazzaglia – Toscano-Tomasello”, attivo nel comune di Biancavilla, e del clan “Santangelo ”, attivo nel comune di Adrano, considerati entrambi articolazioni locali della organizzazione mafiosa “Santapaola – Ercolano” di Catania.
Scalisi che aveva scelto il rito abbreviato, è stato condannato per un solo episodio di omicidio commesso ai danni di una anziana signora gravemente malata, trasportata il 5 aprile 2014 dall’ospedale di Biancavilla alla propria abitazione dove giunse già deceduta, mentre a Garofalo sono stati contestati tre diversi episodi di omicidio aggravato. Entrambi sono stati inoltre condannati per estorsione aggravata commessa in concorso ai danni della ditta di onoranze funebri dei fratelli Giuseppe e Luca Arena, poi divenuti testimoni di giustizia.
Secondo l’accusa, gli imputati incrementavano il loro guadagno, svolgendo anche il servizio di vestizione delle persone decedute, e percependo un importo aggiuntivo di circa 200/300 euro. Sempre secondo il giudice, ai fratelli Arena veniva imposto di cedere l’utilizzo gratuito e la gestione di una autombulanza intestata a uno di loro, minacciandoli di ritorsioni personali. “Nel provvedimento custodiale – spiegano dall’Arma – il gip evidenziava, oltre all’estrema gravità dei fatti, anche la circostanza che lo stesso Scalisi, nel corso del processo e sino al 2020aveva continuato, senza alcuna autorizzazione o abilitazione sanitaria, ad effettuare trasporti di malati a bordo di mezzi non idonei“. L’arrestato è stato rinchiuso nel carcere Bicocca di Catania.