“È una battaglia di civiltà e di diritti e di doveri. Lo Stato è il grande padre di famiglia e ha il dovere di tutelare la propria comunità. Sono convinto che in alcuni casi particolati lo Stato abbia il diritto-dovere di sospendere momentaneamente alcune libertà individuali”. Così il governatore siciliano Nello Musumeci intervenendo a La7. Ieri il presidente della Regione ha ribadito di essere a favore dell’obbligo vaccinale.
“Se l’adozione di questo drastico provvedimento dovesse servire a salvaguardare interessi generali – ha detto – non è un problema di presidente di destra o sinistra. C’è uno zoccolo duro di irriducibili, all’interno di questa fascia larga parte di cittadini che hanno bisogno di convincersi, recalcitranti, è probabile che una misura ulteriormente restrittiva possa convincere i più refrattari”.
“I controlli sono l’anello debole della filiera. Controlli non solo di pertinenza di privati, come nei ristoranti, ma anche nei controlli dovuti dalle forze dell’ordine. E spesso la gente non si rende conto che la materia dei controlli sulle strade e i luoghi di assembramento non è di competenza di noi presidenti di regione – dice – ma è una materia che spetta ai prefetti e quindi alle forze dell’ordine. E’ chiaro che noi firmiamo ordinanze restrittive. Ma se poi non viene controllato il Green pass perde credibilità la mia stessa ordinanza”.
“In Sicilia su 382 ricoverati per Covid oltre l’80 per cento non è vaccinato. Qui nessuno ha certezze assolute perché nessuno ha avuto esperienza di fronte a una calamità sanitaria di dimensioni catastrofiche. Non c’è esperienza – dice – noi governatori non avevamo mai fatto un corso accelerato, nessuno di noi ha un attestato, abbiamo dovuto inventare una strategia di fronte alla quale siamo convinti che il vaccino rimane l’unico rimedio per consentirci di non finire al cimitero. Dobbiamo convincerci che il vaccino è l’unico deterrente che con la terza, la quarta o la quinta dose ci da il diritto di restare sulla terra”, conclude.