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La carica dei 100 sindaci siciliani a Roma: “Comuni a rischio dissesto, soluzioni subito”

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Oltre cento i sindaci siciliani che sono volati a Roma e hanno preso parte, questa mattina, alla manifestazione di protesta promossa da Anci Sicilia. Gli amministratori hanno denunciato la crisi finanziaria e le difficoltà organizzative degli enti locali in Sicilia. “Centinaia di sindaci non riescono a chiudere i bilanci 2021 – dice il presidente Anci dell’Isola, Leoluca Orlando – e sono venuti qui a Roma per chiedere al Legislatore  provvedimenti che li mettano in grado di chiuderli entro i termini”.

Orlando parla di condizione “surreale” che deriverebbe “dalla mancata attuazione del federalismo fiscale e dalla speciale autonomia. Chiediamo ai governi nazionale e regionale di assumersi le loro responsabilità e di intervenire tempestivamente per risolvere i problemi che, da troppo tempo, intralciano le attività e la crescita degli enti locali dell’Isola”. Orlando ha poi incontrato incontrato il ministro per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini, il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il vice presidente della Camera, Fabio Rampelli, e il vice ministro dell’Economia, Laura Castelli.

Il numero uno di Anci agita lo spettro dei 250 Comuni commissariati, laddove la situazione non trovasse una risoluzione, con a capo dirigenti che, secondo Orlando, potrebbero essere non del tutto in grado di chiudere i bilanci “in assenza di elementi contabili”. Poi punta l’indice verso la carenza di strumenti per uscire dall’impasse: “Le norme previste dalla Legge di Stabilità nazionale non risolvono in alcun modo le criticità oggetto della nostra manifestazione”. I sindaci, infine, hanno consegnato al governo nazionale un documento con le loro richieste: la costituzione in Conferenza Stato Città e Autonomie Locali di un tavolo permanente con Stato, Regione Siciliana e Anci Sicilia per affrontare le specifiche criticità degli enti locali dell’Isola.

Ancora, l’abbattimento del 50% degli accantonamenti del Fondo crediti di dubbia esigibilità; assunzione di figure professionali qualificate all’interno degli enti locali in deroga alle disposizioni vigenti; nell’ambito degli accordi fra Stato e Regione, ristoro per i Comuni siciliani dei mancati incassi dei crediti frutto delle inefficienze del gestore regionale Riscossione Sicilia, anche in riferimento al processo di acquisizione da parte dell’Agenzia delle Entrate-riscossione; approvazione della norma di attuazione dello Statuto, già deliberata in Commissione paritetica, che prevede lo spostamento dei termini per l’approvazione dei bilanci al 30 novembre.

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