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Shopping durante l’orario di lavoro, nei guai due dipendenti comunali

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Sulla carta risultavano al lavoro, ma di fatto erano al bar o al mercato, intenti a svolgere attività personali durante l’orario di lavoro. Nei guai sono finiti due coniugi, dipendenti del Comune di Sant’Agata Militello (Messina), a cui i carabinieri hanno notificato la sospensione dall’esercizio del pubblico servizio per otto mesi. La misura interdittiva, al termine di un’indagine sviluppata tra il settembre e il novembre 2018 dalla locale Stazione carabinieri.

Grazie anche a videoriprese, controlli e pedinamenti gli investigatori dell’Arma sono riusciti a documentare una “quotidiana abitudine” degli indagati, che si allontanavano dai rispettivi uffici “in assenza di ragioni di servizio” e per occuparsi di “incombenze di carattere strettamente personale, provocando così evidenti disservizi all’utenza e recando grave danno all’immagine e alle casse dell’Ente comunale”. Marito e moglie avrebbero gestito, secondo le loro personali convenienze, gli orari di ingresso e di uscita dal luogo di lavoro. E così, ad esempio, uno degli indagati è stato visto in più occasioni timbrare in ingresso e in uscita il badge della moglie nonostante quest’ultima non si fosse recata al lavoro.

In altri casi l’uomo timbrava l’uscita della moglie anche se la donna era stata vista uscire molto tempo prima e c’erano poi le volte in cui i due dipendenti pubblici, pur risultando in servizio, venivano visti al mercato mentre acquistavano generi alimentari a un banco di frutta e verdura o all’interno di un bar della zona mentre consumavano lunghe colazioni. “Nel corso dell’interrogatorio preventivo – spiegano gli investigatori – i due indagati si sono limitati a riferire genericamente di non ricordare nel dettaglio i singoli episodi contestati e di aver agito ritenendo di non commettere una condotta penalmente rilevante, assumendo a loro discolpa il fatto di non essere mai stati controllati né richiamati da nessuno”.

Durante due mesi di osservazione, sono stati ricostruiti numerosi episodi di ingiustificato allontanamento dal luogo di lavoro, posti in essere non solo dai due principali indagati, nei cui confronti è stata emessa l’ordinanza interdittiva, ma anche nei confronti di altri dipendenti comunali, le cui posizioni sono al vaglio degli inquirenti. Marito e moglie devono rispondere adesso di truffa aggravata ai danni dello Stato e di fraudolenta attestazione della presenza in servizio, reato che comporta, tra l’altro, il licenziamento per giusta causa.

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