11.9 C
Palermo

Dodicimila visite e 500 giovani coinvolti: ecco i numeri del Borghi dei Tesori Fest

DaLeggere

La grande sfida superata: censire, mettere a rete e promuovere il patrimonio (spesso sommerso) di 57 borghi della Sicilia; coinvolgere 500 giovani, e gestire 12 mila visite. Borghi dove ha funzionato lo storytelling, il coinvolgimento della comunità, la scoperta di bellissimi siti naturali così come del prezioso luogo poco conosciuto. Ma si tratta di un processo ormai irreversibile visto che molti altri borghi stanno chiedendo di aderire al progetto, e già si è al lavoro per il 2022.

Sono i numeri della prima edizione di Borghi dei Tesori Fest, svolto in due fine settimana a cavallo tra agosto e settembre, promosso dalla Fondazione Le Vie dei Tesori e sostenuto da Fondazione Sicilia e Fondazione Con Il Sud, con il supporto di IGT e di Cantine Planeta. Il primo passo di una serie di iniziative mirate alla rigenerazione e al ripopolamento dei borghi a partire dal loro patrimonio materiale e immateriale, e con un forte coinvolgimento delle comunità. Non un progetto episodico, ma un qualcosa che si è già strutturato, visto che la Fondazione Le Vie dei Tesori ha costituito con i borghi l’associazione stabile Borghi dei Tesori, che conta già 60 comuni aderenti, e molti altri in fase di ammissione.

E si è dotata subito di un comitato scientifico, presieduto dal fisico ed esperto di processi di rigenerazione ambientale Federico Maria Butera e composto dall’agronomo ed esperto di paesaggio mediterraneo Giuseppe Barbera; dall’imprenditore, “filosofo” e casaro della capra girgentana Giacomo Gatì; dall’agronomo ed esperto di produzioni agricole Paolo Inglese; dall’antropologa Orietta Sorgi; dal pioniere del turismo esperienziale nei borghi Pierfilippo Spoto. Il patrimonio storico e culturale della Sicilia è unico, ma gestito in modo disastroso”, interviene il presidente di Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore.

“Da anni ci dicono che la valorizzazione è uno degli strumenti su cui investire per garantire un futuro ai giovani. Parliamo di un’isola straripante di tesori artistici, ma che non ha strade o ferrovie adeguate; i nostri borghi sono bellissimi ma spesso difficilmente vivibili. Sono interrogativi da porre alla politica, non ai privati: in questa visione disastrosa, Le Vie dei Tesori e la costituzione dell’associazione Borghi dei Tesori sono un esempio virtuoso, danno un segnale che non deve assolutamente essere perso. Continueremo a stare a fianco del progetto”.

“Siamo orgogliosi di aver contribuito al successo della prima edizione di Borghi dei Tesori Fest, che ha visto oltre 12 mila persone riscoprire 57 piccoli comuni della Sicilia,  guidate da 500 giovani formati per raccontare il loro patrimonio anche in modalità digitale – afferma Fabio Cairoli amministratore delegato di IGT – abbiamo partecipato insieme ad un network di istituzioni e imprese locali alla valorizzazione del ricco patrimonio culturale e artistico dell’isola, anche supportando i giovani nella loro formazione,  tutti obiettivi che perseguiamo da sempre in favore delle comunità”.

Ieri a Villa Zito, a Palermo, sono stati presentati e commentati i numeri del primo Borghi dei Tesori Fest, partendo anche dalla valutazione del loro impatto sul territorio, a cura dell’Otie (l’Osservatorio turistico delle Isole europee): un momento importante di confronto cui hanno partecipato molti sindaci e amministratori in presenza e molti collegati in streaming. “Siamo convinti che il patrimonio, materiale e immateriale possa essere una leva di crescita della comunità, e che la narrazione possa essere una chiave di valorizzazione dei luoghi – dice Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori e della neonata Associazione Borghi dei Tesori – Crediamo che i giovani scelgano di restare in un borgo se percepiscono che quel borgo ha un valore, che i tesori che hanno sotto casa hanno un valore, spendibile poi in chiave occupazionale ed economica. Non esiste turismo possibile senza un coinvolgimento delle comunità”.

Ed ecco la lettura dei dati del festival, condotta da Giovanni Ruggieri, presidente dell’OTIE. Che avverte subito, “il turista non è un trolley, si sposta soltanto se ha ragioni per farlo. Dobbiamo chiedergli quindi cosa lo attragga, non basta la comunicazione di quel che può visitare. In futuro deve funzionare di più la rete, i programmi si devono incastrare l’uno sull’altro, i borghi devono avere uno sguardo strabico, non indirizzato solo al proprio territorio”, spiega Ruggieri che sottolinea la necessità  di attivare una collaborazione tra pubblico e privato ma soprattutto di migliorare il sistema ricettivo. Molti paesi non hanno neppure un posto letto, tanti altri possiedono un patrimonio edilizio poco utilizzato. La Sicilia ha poi il più alto numero di strutture extra alberghiere: quasi l’80 per cento.

Al festival dei Borghi hanno partecipato 57 comuni, di otto diverse province: la maggioranza nel Palermitano (il 30 per cento dei comuni) che registra più della metà degli ingressi totali e una media di 259 visitatori a centro. Media che sale a sfiorare le 400 presenze a borgo nell’Agrigentino dove hanno partecipato 7 comuni e messo insieme oltre 2700 presenze. Nel Siracusano due comuni partecipanti e una media di 226 presenze; nel Ragusano, sempre due comuni e una media di 183 presenze. Poi il Catanese (3 comuni partecipanti, e 188 visitatori di media); il Nisseno (4 borghi su 22, e una media di 110 presenze a centro), il Messinese (11 comuni su 108, e una media di 72 visitatori a borgo) e l’Ennese (2 comuni su 20 e una media di 58 presenze).

La seconda edizione del festival dei Borghi dei Tesori sarà a inizio estate 2022, si pensa ai quattro weekend di giugno, un festival itinerante che a turno valorizzerà macro-aree e aggregazioni territoriali.  A breve partirà il contest per scegliere il piccolo intervento di rigenerazione urbana da sostenere, ogni Comune potrà candidare il proprio progetto da votare. Sarà anche lanciato per il 2022 un riconoscimento al Borgo dei Tesori: il Comitato scientifico è già al lavoro per strutturare una griglia di best practice alla base del premio, che andrà dal riconoscimento dei tesori viventi alle relazioni, alle bellezze ritrovate.

A parte il lavoro che si sta già avviando per la partecipazione ai bandi europei, l’associazione punta anche al progetto Ho scelto il Sud per aumentare reputazione e attrattività dei territori: il progetto è quello di raccontare chi ha scelto di restare nei borghi o di tornare. Ambasciatori del territorio e leader naturali di processi di ripopolamento.

- Sponsorizzato -

Leggi anche:

SCRIVI UNA RISPOSTA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore, inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

- Sponsorizzato -

Ultimi articoli