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I carabinieri di Catania, su richiesta della Procura etnea, hanno sequestro beni per 500mila euro a Santo Strano, 54 anni, attualmente detenuto in regime di alta sicurezza, e alla moglie. I beni sequestrati, sulla base degli accertamenti svolti dai militari, sarebbero stati acquisiti con proventi derivanti dall’illecita attività svolta da Strano, esponente di vertice dell’organizzazione mafiosa del Clan Cappello operante nel territorio etneo e già giudicato “socialmente pericoloso” con decreto irrevocabile del Tribunale di Catania dell’aprile 2010.
Secondo quanto riferito a vario titolo da numerosi collaboratori di giustizia, Strano, avrebbe ricoperto il ruolo non solo di responsabile del gruppo del clan Cappello, operante in via della Concordia di Catania, deliberando le strategie operative, l’approvvigionamento della sostanza stupefacente e le modalità del recupero illegale di ingenti crediti, ma anche quello di trait d’union.
Strano, infatti, sarebbe stato la testa di ponte con il gruppo operante nei territori di Catenanuova-Centuripe-Regalbuto, con il capo dell’organizzazione mafiosa Salvatore Cappello e la sua compagna, Maria Campagna. Il primo è detenuto al regime di 41 bis dell’ordinamento penitenziario, la seconda è residente a Napoli. L’uomo, secondo gli investigatori, si rapportava con loro quando dovevano essere assunte decisioni nel nome e nell’interesse dell’omonimo clan. Tra i beni sequestrati un appartamento, 9 orologi di prestigiose marche e 2 bracciali tipo tennis con brillanti.