Un nuovo linguaggio per un nuovo format dove impegno politico e sociale si confondono contaminandosi a vicenda con arte, danza, musica e teatro. Si chiama “Between land and sea”, il progetto internazionale che costruisce un ponte tra Palermo, Tunisi e Brema ed è concepito come un processo di produzione transnazionale di opere originali sviluppate da Studio Rizoma (nuova piattaforma culturale con sede tra Palermo e Berlino) in collaborazione con la Biennale di Tunisi Dream City e il Teatro Nazionale di Brema, in Germania.
Un progetto nato durante il lockdown per ri-immaginare un post pandemia dove niente sarebbe stato più come prima. Nel ricco programma (www.betweenlandandsea.org) un focus speciale è dedicato al “ghetto” di Campobello di Mazara (Trapani), un accampamento informale dove trovano alloggio centinaia di migranti impegnati in Sicilia nella raccolta delle olive. All’inizio di ottobre è andato a fuoco, lasciando centinaia di persone senza alloggio e uccidendo un giovane lavoratore. Nel progetto “A Space to Hold”, Cheikh Sene, attivista della comunità senegalese, e l’artista libanese-palermitana Lina Issa invitano i lavoratori di Campobello a Palermo per costruire una delle loro capanne in piazza Mediterraneo, nel centro del mercato di Ballarò, ed esplorare insieme a cittadini, politici, artisti, venditori del mercato il significato di casa e lavoro.
Il collegamento con Tunisi vede, tra gli altri, anche una cooperazione tra l’artista palermitana Stefania Artusi, e la moschea tunisina di Palermo. Quattrocento anni fa, il tradizionale richiamo musulmano alla preghiera, l’Adhan, veniva cantato dalle principali moschee della città insieme al suono delle campane. Con l’installazione audio “Emerald City” l’Adhan sarà nuovamente cantato due volte al giorno dopo essere stato vietato dallo stato italiano nel 1861. In centro tornerà a riecheggiare il canto onnipresente nelle città che si affacciano sulla sponda meridionale del Mediterraneo e caratteristico della storia stessa di Palermo.
Quattro giorni di dibattiti e scambi all’Ecomuseo Memoria Mare Viva porteranno, invece, attivisti, artisti, politici e lavoratori dalla Tunisia e dalla Sicilia a confrontarsi sulla costruzione di collaborazioni concrete tra Italia e Nord Africa. Gli scambi culmineranno sabato 23 ottobre, alle 18, allo Spasimo in un confronto con il Parlamento globale dei sindaci, ospitato a Palermo dal primo cittadino Leoluca Orlando. Il titolo dell’iniziativa, “Syndicat!”, fa riferimento alla necessità di costruire nuove alleanze capaci di unire il nord e il sud del Mediterraneo per affrontare crisi comuni quali i cambiamenti climatici, la migrazione, la sicurezza alimentare. La chiusura del programma è affidata a un serrato confronto artistico proprio con la crisi climatica. Il 23 ottobre al Teatro Biondo verrà messa in scena una riscrittura radicale del mito di Prometeo.
Attori palermitani e tunisini interpreteranno la tragedia greca di Eschilo con riferimento diretto al cinquantesimo anniversario del Club di Roma, che nel 1972 predisse, proprio per il nostro tempo, il rischio di collasso climatico. Il lavoro, metà in italiano e metà in arabo, è diretto dal regista e scenografo Simone Mannino e composto dallo scrittore politico Lorenzo Marsili. Il programma conta numerose ulteriori altre iniziative in prima assoluta. Sono coinvolti più di 50 artisti, lavoratori, ricercatori, migranti, pescatori, agricoltori e cittadini di Palermo, Tunisi, Brema, Beirut, New York, Berlino, Dakar, Bamako.