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Massacrato per le offese al boss, poi doveva morire: 3 arresti a Bagheria

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Altre tre persone sono state arrestate a Bagheria dopo il blitz antimafia di lunedì scorso denominato “Persefone”. Avrebbero partecipato al pestaggio nei confronti di un uomo che aveva osato mettere in discussione l’autorità del boss del paese. La spedizione punitiva però non era bastata, la mafia quindi progettava l’omicidio del “dissidente”. Sono finiti in carcere Nicolò Cannata, 25 anni, Emanuele D’Apolito, 28 anni, Ivan Salerno, 30 anni, accusate di lesioni personali aggravate dal metodo mafioso.

Con il blitz di quattro giorni fa è stato smantellato il vertice del clan di Bagheria ed è stato ricostruito il violento pestaggio ai danni di fabio Tripoli, brutalmente picchiato dagli aggressori armati di “cazzottiere”. Tripoli aveva contestato pubblicamente il nuovo capo della famiglia Massimiliano Ficano minacciando, tra le altre cose, di voler dare fuoco a un locale inaugurato da quello che è considerato il reggente della famiglia mafiosa di Bagheria.

Per questo motivo, si era pure armato di una accetta che è stata trovata e sequestrata dai carabinieri durante la perquisizione dello scorso lunedì. I destinatari dell’odierna ordinanza di custodia cautelare sono adesso nel carcere “Lorusso-Pagliarelli” di Palermo.

 

 


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