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Notte di follia al Malaspina, detenuti in rivolta appiccano il fuoco nelle celle

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Il 28 agosto scorso è scoppiata una rivolta tra i detenuti del carcere minorile Malaspina a Palermo. I reclusi hanno iniziato ad andare in escandescenze nel pomeriggio per poi proseguire tutta la notte e fino al giorno dopo. L’inizio di tutto, poco dopo l’ora del refettorio quando hanno rifiutato di fare rientro nelle celle. Poi hanno iniziato ad appiccare il fuoco dentro le celle.

Sono state “ore drammatiche” secondo il racconto di Gioacchino Veneziano, segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria della Sicilia: “Solo l’opera di mediazione del Comandante che unitamente a tutto il personale di Polizia nel frattempo fatto rientrare dalle ferie e dai riposi si è riusciti a riportare momentaneamente l’ordine”. Per domare le fiamme all’interno delle celle, gli agenti di polizia penitenziari hanno messo a repentaglio la propria vita.

“In questa situazione – continua Venezianopurtroppo dobbiamo registrate la completa assenza di protocolli operativi, la mancanza di addestramento, di equipaggiamento e quindi in ogni intervento o azione, la responsabilità rimane in carico di chi opera, e con l’aria che tira attualmente è davvero difficile non subire gli attacchi di chi comodamente seduto, poi giudica situazioni di grande pericolo”.

Secondo il dirigente sindacale, dopo la rivolta, il carcere è stato reso quasi del tutto inagibile. “Il coraggio, la professionalità degli agenti penitenziari hanno fatto la differenza, registrando comunque la presenza continua in tutte le fasi della rivolta, sia del Comandante della Polizia Penitenziaria Francesco Cerami, che del Direttore Clara Pangaro.”.

 

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