Ricordato a Palermo al grido di “Libero Libero”, l’imprenditore Libero Grassi ucciso dalla mafia per essersi opposto al racket del pizzo, il 29 agosto 1991 in via Alfieri. I familiari dell’imprenditore hanno colorato di rosso sangue il marciapiedi dove fu ucciso Grassi. E hanno rimesso, come fanno ogni anno, il manifesto con la scritta “qui è stato assassinato Libero Grassi”.
Presente il commissario nazionale Antiracket e anti usura, il prefetto Giovanna Cagliostro. A commemorare Grass, Giuseppe Forlani, prefetto di Palermo, il sindaco Leoluca Orlando, il presidente regionale di Confindustria Alessandro Albanese, la presidente di Confcommercio Patrizia Di Dio, l’ex Procuratore aggiunto Leonardo Agueci e i vertici delle forze dell’ordine.
“I motivi per i quali molti imprenditori vittime del pizzo non denunciano sono tanti – spiega il commissario Cagliostro – uno fra tutti la difficoltà di far capire alla vittima che denunciare conviene perché stare dalla parte dello Stato conviene, questo è il compito che il commissario straordinario si è dato già da qualche anno e in questo solco stiamo avviando una serie di attività proprio per fare conoscere la possibilità di accedere al fondo di solidarietà nel presupposto che, però. è necessario denunciare. Noi ce la mettiamo tutta”.
“Oggi le vittime non sono abbandonate – dice – all’indomani dell’omicidio di Libero Grassi il mondo dell’associazionismo ha fatto squadra attorno alle vittime. Ha iniziato questo percorso di assistenza alle vittime per farle denunciare e per l’inserimento nell’economia legale. Lo Stato si è costituito parte civile in moltissimi processi. Certo c’è ancora tanto da fare ma l’impegno, anche del ministro dell’Interno, è massimo”.