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Lampedusa, sui migranti segni di torture con ferro rovente: il racconto dell’orrore

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Torturati con un ferro rovente sulla coscia, bruciati con le sigarette su tutto il corpo, e con una pallottola nello stomaco. Sono solo alcune delle storie tragiche raccolte dal medico anestesista Alessandro Trainito, che da un mese si trova a Lampedusa, a seguire per Medici senza Frontiere gli sbarchi dei migranti. Da anni Trainito gira il mondo, nelle zone di guerre, ad aiutare i più bisognosi di cure. È stato a Gaza, in Iraq, in Africa. E adesso è nella sua Sicilia, a Lampedusa. Ad aiutare i migranti che arrivano sulle coste dell’isola.

Ieri mattina erano oltre 500, su una carretta del mare, tutti stipati l’uno sull’altro. Erano quasi tutti maschi, giovani, provenienti dall’Africa subsahariana e dal Nordafrica, ma anche dal Bangladesh, dallo Yemen, dalla Palestina, dalla Siria. Tutti arrivati dalla Libia. Dove prima di partire sono stati detenuti e hanno subito violenze di ogni genere. E durante le visite mediche sul molo Favaloro, Alessandro Trainito, ha riscontrato “molti segni di torture. Sono stati recuperati da una grossa imbarcazione e trasbordati al Molo Favaloro – racconta il medico anestesista di Msf- questo gruppo ha raccontato di avere subito dei maltrattamenti, di varia natura. Vere e proprie torture. E c’erano i segni evidenti”.

Alessandro Trainito

“Un ragazzo aveva una brutta ferita sulla coscia, e ci ha detto che è stato torturato con un ferro rovente. La ferita si stava rimarginando – dice Trainitoma era infetta. Quindi va curata subito. Su altri ragazzi giovani c’erano segni di colpi di arma da fuoco, sia vecchi che nuovi. Uno aveva una pallottola nel’addome, a un altro hanno sparato venti giorni fa. Poi c’era un gruppetto di ragazzi del Bangladesh che non aveva segni evidenti corporei, ma ci hanno detto di essere stato maltrattati. Alcuni avevano dei segni di bruciatura da sigarette sul corpo”. E poi c’è chi aveva il piede gonfio e infetto. “Perché gli hanno infilato nel piede degli oggetti”, dice il medico. Altri avevano delle “cicatrici da bastonate”.

“Dopo Gaza e Iraq volevo fare una esperienza nella mia terra. Io faccio chirurgia di guerra – racconta ancora Trainito ho vissuto esperienze a Gaza nel 2018 durante la marcia di ritorno, ho fatto un periodo in Iraq e l’anno scorso sono stato in Libano e poi sono stato spesso in Africa, ma da siciliano quale sono stare qui, sul molo di Lampedusa, mi tocca direttamente perché ho sempre sognato, dopo avere fatto varie esperienza all’estero, di potere prendere parte a una crisi vicina a noi, sicuramente ha una sua parte emozionale importante”.

 

 


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