I “vaccini anti Covid-19 non modificano il Dna ma aiutano il nostro organismo a combattere una minaccia pericolosa e temibile”. Lo ribadisce, su Twitter, l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) condividendo un vademecum contro le principali bufale che circolano su virus e immunizzazione in cui il Gruppo Vaccini dell’Iss, risponde a 12 tra le più popolari fake news che si trovano in Rete.
1) “Non si conoscono gli effetti a breve e lungo termine, i vaccini sono stati prodotti troppo velocemente e le uniche informazioni vengono dalle aziende“. “Il sistema di farmacovigilanza per i vaccini contro il SarsCov-2 – spiega l’Iss – è lo stesso di tutti gli altri farmaci e vaccini già approvati in precedenza. Dopo i risultati degli studi autorizzativi effettuati su decine di migliaia di individui di diversa età, che – sottolineano gli esperti – sono stati condotti anche in questo caso, vengono raccolte le segnalazioni dalle agenzie regolatorie nazionali e internazionali di possibili eventi avversi temporalmente correlate con la vaccinazione. In caso vengano evidenziati eventi avversi non manifestatisi durante gli studi autorizzativi, se dopo un’indagine approfondita viene sospettata o dimostrata una relazione causale con la vaccinazione, vengono aggiunti all’elenco delle reazioni avverse e che sono elencate nelle schede informative dei vari vaccini (farmacovigilanza post marketing)”.
2) “I vaccini anti Covid sono sperimentali”. “I vaccini autorizzati contro il Sars-Cov2 hanno completato tutti i passaggi della sperimentazione necessari per l’autorizzazione all’immissione in commercio senza saltarne alcuno. Per questi vaccini – chiarisce l’Istituto Superiore di Sanità – il processo di sviluppo ha subito un’accelerazione senza precedenti a livello globale ma al momento della loro autorizzazione da parte dell’Agenzia europea per il farmaco erano state percorse tutte le stesse tappe dell’iter di sperimentazione previste per gli altri vaccini in commercio. I vaccini attualmente usati nella campagna vaccinale in Italia (Comirnaty* di Pfizer-BioNtech, Vaxzevria* di AstraZeneca, Spikevax* Moderna, Vaccino anti Covid-19 Janssen) pertanto – evidenziano gli scienziati – non sono sperimentali, ma preparati regolarmente immessi in commercio dopo aver completato l’iter che ha testato la loro qualità, sicurezza ed efficacia”.
3) “I vaccini provocano l’infezione”. “I vaccini attualmente in uso in Italia usano la tecnologia a mRNA (Pfizer-Biontech e Moderna) e quella a vettore virale (Astrazeneca e Janssen). In entrambi i casi si introducono nell’organismo le ‘istruzioni’ per produrre frammenti della proteina che il virus usa per ‘agganciare’ la cellula. Quindi non viene utilizzato il SArs-CoV-2 vivo e infettante. Una eventuale malattia Covid-19 successiva alla vaccinazione può essere quindi causata solo da una infezione naturale del virus contratta indipendentemente dal vaccino”.
4) “I vaccinati sono contagiosi”. “Questo è possibile perché – spiegano i tecnici dell’Iss – come per tutti i vaccini esistenti, l’efficacia anche se molto alta non è del 100%, e ci possono essere quindi i cosiddetti ‘fallimenti vaccinali’. Inoltre anche un soggetto che risponde al vaccino si può ritenere immunizzato solo dopo almeno una settimana dal completamento del ciclo. Un livello di copertura della popolazione alto nella popolazione minimizza il rischio di trasmissione tra individui suscettibili all’infezione. I dati provenienti dai Paesi con una campagna vaccinale avanzata, Italia compresa, hanno dimostrato che il vaccino protegge dalle conseguenze peggiori della malattia, dal ricovero al decesso, oltre 9 persone ogni 10 vaccinate. La vaccinazione riduce anche la capacità di infettare dei vaccinati”.
5) “Vengono nascosti effetti collaterali e decessi post vaccino“. “I dati della farmaco-vigilanza – ricorda l’Iss – sono pubblici. In Italia l’Agenzia Italiana per il farmaco (Aifa) pubblica periodicamente il resoconto, le segnalazioni di sospetti eventi avversi (https://www.aifa.gov.it/farmacovigilanza-vaccini-covid-19), e lo stesso fa l’autorità europea Ema.
6) “Il vaccino causa infertilità e aborti”. “Al momento – chiariscono gli esperti – non c’è nessuna evidenza scientifica di un effetto negativo dei vaccini sulla fertilità maschile o femminile. Per quanto riguarda la somministrazione del vaccino in gravidanza, le prime osservazioni, soprattutto dei dati Usa dove sono migliaia le donne immunizzate durante la gestazione, non hanno rilevato un aumento di rischio di effetti avversi per madri e neonati”.
7) “Il vaccino modifica il nostro Dna”. “I vaccini anti Covid-19 non cambiano e non interagiscono in alcun modo con il Dna. Sia i vaccini a mRna che a vettore virale – esemplificano gli scienziati – forniscono istruzioni alle nostre cellule utili ad attivare una risposta immunitaria così da proteggere contro il Sars-Cov-2”.
8) “Il vaccino causa trombosi e miocarditi”. “Tutti i farmaci e i vaccini possono avere effetti collaterali. Le Agenzie regolatorie riportano queste due patologie, che peraltro sono anche tra quelle causate dall’infezione, come rari effetti avversi della vaccinazione. Proprio per la loro estrema rarità – sottolinea il vademecum Iss – questi effetti lasciano comunque il rapporto benefici-rischi a favore dei primi, come rilevato da tutte le agenzie regolatorie internazionali”.
9) “I produttori di vaccini e i medici fanno firmare il consenso per evitare responsabilità”. “La vaccinazione – sottolinea il documento – è un atto medico, e prevede quindi la firma di un consenso informato per essere sicuri che il vaccinando comprenda i benefici e rischi connessi”.
10) “Dai 19/20 anni in giù per i soggetti sani è impossibile morire per Covid e pure manifestare sintomi gravi”. “Anche se nelle fasce più giovani il rischio di sviluppare un’infezione sintomatica è minore rispetto agli adulti, è comunque presente. Dall’inizio della pandemia al 17 luglio ad esempio – sottolineano i medici dell’Iss – ci sono stati 28 decessi nella fascia di età 0-20 anni. In ogni caso lo scopo della vaccinazione anche nelle fasce di età più giovani è anche quello di limitare a livello di popolazione la circolazione del virus e permettere quindi di uscire dalla pandemia, oltre che di proteggere i soggetti più fragili”.
11) “Più vacciniamo più escono nuove varianti”. “Le varianti emergono – spiega il documento – perché il virus, replicandosi, tende a sviluppare nuove mutazioni. I vaccini, riducendo la circolazione, limitano quindi la possibilità che il virus muti. Le varianti in circolazione in questo momento inoltre, compresa la ‘Delta’ – osserva l’Iss – sono state osservate per la prima volta lo scorso dicembre, quando ancora le campagne vaccinali erano iniziate in pochissimi Paesi”.
12) “D’estate il virus scompare, è inutile vaccinarsi o mettere le mascherine“. “La trasmissione del virus – conclude il vademecum – è facilitata dalla frequentazione degli ambienti chiusi, ma anche all’aperto, in caso di assembramenti, è possibile la sua circolazione, ed è quindi necessario adottare le misure opportune”.