Pare stia per concludersi la vicenda che in tempo di pandemia fa stare con il fiato sospeso tutta l’Italia: il rave di Viterbo, dove ieri ha perso la vita un 25enne, sta per concludersi. Per tutta la notte è stato continuo il deflusso di camper, autocarri a uso abitativo e auto dal lago di Mezzano dove dal 13 agosto scorso era in corso l’evento illegale. I mezzi sono stati fermati ai posti di blocco presenti in tutta la zona, sia nel Viterbese che nella parte di Grosseto, e le persone a bordo sono state identificate. Molti partecipanti sono risultati stranieri. Le forze dell’ordine, dopo il grande deflusso della notte, sono entrate nell’area del raduno. Al momento stanno identificando le persone ancora sul posto invitandole a lasciare la zona.
Quello del rave party di Viterbo, è stato definito uno “scenario complesso” e un intervento “con l’uso della forza” avrebbe potuto provocare vittime. È quanto spiegato dal portavoce dell’Associazione Nazionale Funzionato di Polizia, Girolamo Lacquaniti. La Procura di Viterbo ha intanto aperto un fascicolo di indagine sulla morte del 25enne avvenuta al rave. Il corpo del giovane è stato trovato nelle acque del lago di Mezzano, dove il ragazzo si era immerso. Il reato ipotizzato nel fascicolo, coordinato dal procuratore Paolo Auriemma, è quello di morte come conseguenza di altro reato. A fare luce sul decesso saranno anche i risultati dell’autopsia disposta dai magistrati.
“Il terreno privato (dove si è svolto il rave, ndr) – riprende Lacquaniti spiegando le difficoltà degli eventuali interventi – oltre ad essere particolarmente vasto è stato occupato da decine di tir e vede la presenza di migliaia di persone, in più è presente vegetazione secca, facilmente infiammabile. In uno scenario di questo tipo l’intervento prevedrebbe un uso della forza che dovrebbe tenere conto dei rischi connessi al movimento di mezzi pesanti tra la folla. In più l’uso dei lacrimogeni rischia d’innescare incendi con esiti drammatici”.
“Chi ha gridato allo scandalo sollecitando interventi coatti, sappia che la possibilità di avere feriti gravi o eventi letali sarebbe stata una concreta probabilità. Per questo, il nostro giudizio sull’operato del Questore è assolutamente positivo e gli rivolgiamo la nostra solidarietà e vicinanza. Siamo consapevoli che le immagini di Viterbo appaiono uno schiaffo alla situazione che viviamo tutti, ma, sotto il profilo tecnico operativo è giusto sottolineare che altre soluzioni avrebbero comportato rischi di danni molto peggiori”.