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Ferragosto, il giorno che cambia nelle città culture e tradizioni | EDITORIALE

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Ferragosto sereno per tutti, ma con motivazioni diverse. Sfrattati dalle culture e tradizioni storiche da città in città, i cittadini prendono coscienza che non è tutto come prima e che è in atto l’impatto emotivo tra vecchio, o storico, e il nuovo all’insegna del Green pass. La città di Palermo, che conserva gelosamente i valori di vita comunitaria, si trova spiazzata da divieti, motivati e giustificati, del governo della Regione Siciliana e da quelli dell’amministrazione comunale: niente accessi agli uffici pubblici se non si è in possesso del Green pass, dice la Regione; niente raduni alla Favorita e parchi, è il divieto del Comune.

Sfrattati, quindi, dalla tradizione storica e obbligo di vaccinarsi se si vuole ottenere il libero ingresso nei locali e uffici pubblici. Addio, perciò, al fuori porta con teglie di pasta al forno o alle sarde, ai polpettoni di carne, piselli e sugo, alle allegre, nel giorno speciale e tradizionale, mangiate nelle antiche trattorie (purtroppo di numero sempre meno) con pergolati e tavoli allestiti all’aria aperta. Nuove abitudini emergono, quasi in conflitto tra società e culture diverse, con tanta nostalgia. Ma in mezzo c’è la salute pubblica da tutelare ad ogni costo e che danno senso alle varie misure adottate contro il Covid e varianti, nonostante le ultime proteste degli irriducibili anti Pass che anziché rivolgere la loro attenzione ai problemi urgenti, dalla salute ai territori in fiamme per mano di azioni criminali, pensano a come ottenere, da tanta confusione e incertezze, soddisfacimento alle loro richieste.

C’è pertanto, necessità del salto di qualità oltre le “piccole logiche” nei settori politici e sindacali, che significa unità di intenti nell’esclusivo interesse civico; e c’è la richiesta di non stravolgere, usando toni fuori luogo, il dialogo tra le parti, soprattutto quando è in gioco l’accoglienza di persone, uomini, donne, bambini in fuga via mare dalla fame e dalle guerre e che giungono sulle nostre coste, a Lampedusa o a Pantelleria, nei porti. I tanti disperati non costituiscono ostacolo all’accoglienza, ma sono da colpire e da individuare, l’organizzazione clandestina degli scafisti, lo sfruttamento, in denaro contante, della debolezza di chi cerca un soccorso, il rischio di infiltrati terroristi.

Tuttavia, tema di fondo su cui volgere lo sguardo è la ripresa economica, nei vari settori della produzione e commerciale, del Paese, ora più possibile con i primi aiuti Europei all’Italia di 26 miliardi di euro e con la metà destinata, dicono, alla produttività siciliana e da spendere con onesta programmazione. Nuovo vigore, quindi, all’economia, sperando che a presto finisca l’assedio delle fiamme e che i mandanti dei primo nani vengano identificati e condannati senza sconti di pena.

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