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Regione, quel carrozzone di enti e partecipate che costa milioni: dossier

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Quel carrozzone chiamato “aziende partecipate”, sarebbero 163 in Sicilia quelle controllate dalla Regione e pare che molte di queste abbiano bilanci in passivo: 71 enti, 13 partecipate, 24 organismi strumentali e 55 sono in liquidazione. Il tutto per un totale di quasi 7mila dipendenti, 6.997 per la precisione. Soltanto il costo dei lavoratori delle 13 partecipate ammonterebbe a 235 milioni di euro. Emergerebbe da uno studio del deputato regionale del M5s Luigi Sunseri, intitolato “Il lato oscuro della Regione, cifre e dati inediti sugli sprechi delle partecipate e degli enti siciliani”. Ci sono soggetti in attesa di liquidazione da oltre 20 anni, altri con un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti, la maggioranza con i bilanci in negativo, altri che non conoscono nemmeno il numero degli immobili che posseggono.

Luigi Sunseri
Luigi Sunseri

“Un anno di lavoro, un anno di studio”, dice. “Lo scorso anno ho deciso di provare a portare alla luce quante più informazioni possibili sul mondo delle società e degli enti regionali siciliani. Una realtà oscura, poco conosciuta, difficile da esplorare. Le anomalie e l’inefficienza che caratterizzano il sistema mi hanno spinto a svolgere uno studio di approfondimento che ha portato alla luce aspetti ben più gravi di quelli solo in apparenza evidenti”.

Secondo Sunseri, dall’analisi emergerebbero liquidazioni mai concluse “ma che continuiamo a pagare”, compensi enormi, una serqua di incarichi e consulenze e indennità accessorie “erogate senza nessuna verifica dei risultati raggiunti. Per non parlare della trasparenza: la stragrande maggioranza dei soggetti pubblici presenta siti web carenti e incompleti che rendono ai cittadini estremamente difficile, se non impossibile, la conoscenza anche delle informazioni basilari. Una condizione inaccettabile, se pensiamo al fatto che si tratta di soggetti interamente finanziati con soldi pubblici”.

Dall’analisi dei dati, emergerebbe che i vari governi regionali “esecutivo Musumeci compreso” non sarebbero stati in grado di assicurare programmazione strategica adeguata. “Si tratta di un contesto – aggiunge Sunserinel quale emerge, ancora una volta il totale immobilismo della Regione Siciliana, atavicamente ancorata ad inutili logiche di soccorso finanziario. (…) Oggi sembra che tutto sia mosso dalla logica della spartizionedi potere e di poltrone tra le diverse forze politiche che governano la Regione, perdendo completamente di vista il solo interesse che dovrebbe permeare l’intero sistema regionale: il bene pubblico, il benessere dei cittadini”.

Per un anno, Sunseri ha lavorato con il suo staff a questo progetto elefantiaco, non è facile districarsi nel dedalo delle varie aziende partecipate, provando a incontrare presidenti e commissari a Ragusa, Messina, nel Catanese e in altri territori ancora. “Siamo la Regione che probabilmente ha più enti e società di tutte le regioni d’Italia – dice – da lì una montagna di nomine che permette alla politica di gestire il potere”. Affermazioni, queste, fatte durante una conferenza stampa online durante la quale si è registrato, tra le altre cose, l’intervento di un altro deputato grillino, Gianina Ciancio, che ha dichiarato senza mezzi termini che “gran parte dei dati sono stati recuperati da Sunseri perché sulla stragrande maggioranza di queste aziende non c’è trasparenza, nessun dato viene pubblicato come prevede la legge”.

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