Variante Delta del Covid in Italia, crescono i contagi e arrivano le prime stime sulla diffusione della mutazione nel nostro territorio. La nuova indagine rapida, condotta dall’Istituto superiore di sanità e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler e i cui risultati sono stati diffusi ieri, parla infatti di una prevalenza al 22,7% per l’ex variante indiana, identificata in 16 Regioni e Province autonome, con un range tra lo 0 e il 70,6%.
“La crescita della prevalenza della variante Delta è un dato atteso, che deve essere monitorato con grande attenzione”, ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, commentando i dati. “È fondamentale continuare il tracciamento sistematico dei casi per individuare i focolai, che in questo momento è reso possibile dalla bassa incidenza e completare il più velocemente possibile il ciclo vaccinale dal momento che, come confermato anche ieri dall’Ema, questo garantisce la migliore protezione”.
“La prevalenza della cosiddetta variante Alfa (B.1.1.7)” o inglese “di Sars-CoV-2 era del 57,8%, in calo rispetto all’88,1% del 18 maggio, con valori oscillanti tra le singole regioni tra il 16,7% e il 100%. Alla stessa data la variante cosiddetta Gamma (P.1)” o brasiliana “aveva una prevalenza pari a 11,8% (con un range tra 0 e 37,5%, mentre nella precedente survay era al 7,3%)”, indica ancora l’analisi. L’indagine – precisa tuttavia l’Iss – integra le attività di monitoraggio di routine, e non contiene quindi tutti i casi di varianti rilevate, ma solo quelle relative alla giornata presa in considerazione. La cosiddetta variante Kappa, ad esempio, uno dei sottotipi della Delta, non è stata trovata nella flash survey – si legge – ma diversi casi sono stati segnalati sulla piattaforma integrata che invece raccoglie le analisi giorno per giorno.