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Qualità della vita: alla Sicilia e al Sud la “bandiera blu” del benessere e accoglienza | EDITORIALE

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Ad apertura dell’estate, e a ogni anno, si spalancano le porte alle idee, alle proposte di interventi a tutela dell’ambiente, ai sondaggi con classifiche sulla “qualità della vita”, cioè il benessere di ognuno di noi; città e province del Sud continuano, da sempre, ad essere collocate tra gli ultimi posti. Guidano alcuni sondaggi del 2020 (ultimi in ordine di tempo), Bologna e Milano a punteggio pieno, mentre Palermo, con la zona rivierasca di Mondello, e altre città e province siciliane scendono tra i livelli di bassa qualità. Dati di osservatori e studiosi di aree urbane e periferiche, che oscillano tra qualità della vita assicurata e qualità della vita assai scadente.

È un ventaglio di “ricerca” che si apre come fosse un racconto poliziesco il cui motivo conduttore è la caccia al colpevole; si formano, quindi, classifiche di città e loro province, e quasi sempre, come fosse tutto scontato, il Sud, “colpevole” per la “bassa qualità”, risulta tra gli ultimi gradini dei gradimenti. Bisognerebbe intendersi sul vero significato di “qualità” della nostra vita. Sotto esame sono l’ambiente e i servizi al cittadino, e demografia, cultura, società, tempo libero. Dove si sta meglio o peggio? Se non si riesce a rispondere con dati inconfutabili, la competizione tra Nord e Sud rimane sempre aperta.

Tutti i sondaggi sono meritevoli di rispetto e attenzione, ma le classifiche dovrebbero tener conto di alcuni essenziali fattori che rappresentano l’autentica “qualità della via”, come l’ambiente, la cultura storica e attuale, le tradizioni, l’aria salubre, la buona cucina, che sono tutto il “bene” tangibile del territorio del Sud, con l’aggiunta del senso diffuso di ospitalità e accoglienza , “bandiere blu” per indicare il mare non inquinato e con le spiagge di sabbia finissima, rappresentazioni teatrali e concerti di musica all’aperto, gallerie d’arte e musei. Di questi “essenziali fattori”, la Sicilia è unica rappresentante, per non dimenticare Campania, Basilicata, le diverse suggestive aree pugliesi, la Calabria, e le località   della Sardegna (geograficamente facente parte del Sud); città e province che già, in questo 2021 libero dalla paura di contagi da Covid, registra l’ondata di presenza di turisti italiani e stranieri e segna la ripresa dell’economia turistica trainante per l’economia di tutto il Sud.

Esistono, inutile nasconderlo, tanti problemi da risolvere al Sud: dalla raccolta e smistamento dei rifiuti nelle discariche alle infrastrutture carenti, dalla politica agricola non sempre sufficiente a garantire l’esportazione dei nostri prodotti o l’immissione, con prezzi accessibili, degli stessi prodotti nei nostri mercati e punti vendita. Punti di malessere da risolvere nel più breve tempo possibile con gli interventi finanziari Stato-Regioni con equa distribuzione alle amministrazioni comunali; fanno, però, da equilibrio le altre classifiche in cui tra i primi posti figurano città, province e “Borghi più belli d’Italia” del Sud, dove oltre alla cura dell’ambiente, ci troviamo a “vivere” tra storia e cultura, tradizioni e buona cucina e accoglienza.

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