”Io ritengo che il Green pass sia importante, è stato giusto introdurlo e ci garantirà una estate più serena. Tutto questo premesso, perché sia chiaro che è uno strumento utile ma non infallibile, un auspicio ce l’ho e spero decisamente che chi si mette in viaggio, soprattutto i ragazzi, lo faccia solo dopo avere concluso il percorso vaccinale, prima e seconda dose, visto che abbiamo capito che con la variante Delta la completa copertura è maggiormente efficace”. Lo dice in un’intervista a ‘Il Messaggero’ Fabio Ciciliano, componente del Comitato tecnico scientifico da inizio pandemia.
”I giovani italiani che viaggeranno in mezza Europa, dopo le limitazioni di questi mesi, tenderanno a socializzare, a frequentare i luoghi del divertimento, a incontrare coetanei provenienti da altri Paesi – aggiunge – sia chiaro, è giusto che sia così, non possiamo condannare i ragazzi a restare chiusi in casa per sempre. Però il mio auspicio è che prima di partire, si vaccinino. Affidarsi al semplice test antigenico potrebbe essere una insidia”.
”Proviamo a pensare a cosa potrebbe succedere a luglio e agosto a molti ragazzi che magari decidono di trascorrere le vacanze in Spagna, in Grecia, a Malta, e non si sono vaccinati – prosegue – alla vigilia della partenza, un giovane per ottenere il Green pass si sottopone al test antigenico almeno 48 ore prima; per i successivi spostamenti dovrà di nuovo eseguire il tampone. Mettiamo che, nelle due settimane in vacanza a Ibiza o a Corfù, sfortunatamente sia venuto a contatto con un coetaneo positivo. Dal test necessario per avere luce verde con il Green pass, prima di salire sull’aereo che lo deve riportare in Italia, anche lui risulta contagiato”.
“A quel punto, deve restare nel luogo della vacanza, per chissà quanti giorni, in attesa di negativizzarsi. Rischiamo presto di trovarci con centinaia di ragazzi italiani bloccati in Spagna, in Grecia, a Malta, perché sono positivi e non possono rientrare. Se invece un ragazzo si vaccina prima di partire, tutto questo può essere dimenticato”.