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Denise e Nicola, due storie di destini intrecciati. Ma a Mazara cresce il silenzio | EDITORIALE

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A Palazzuolo sul Serio (Toscana), emozione per il bimbo ritrovato: “Mamma!”, è l’invocazione tra i rovi del fitto bosco. Il giornalista Giuseppe Di Tommaso della Rai che sta, come tanti altri ispezionando la zona, sente e si ferma. Al primo momento crede che sia il lamento di un animale ferito, ma va a vedere tra i rovi. Il bimbo è lì. “Stai fermo qui, Nicola – dice al piccino – chiamo i soccorsi”. La notizia si diffonde, scavalca confini, foreste, mare e montagne lungo il territorio nazionale, arriva a casa di Piera Maggio, la cui figlia Denise è scomparsa, rapita, 17 anni fa. Piera piange per l’emozione e per la gioia per il bimbo ritrovato. “E mia figlia? La mia piccola Denise dov’è?”, non può che chiedersi in lacrime.

Mazara del Vallo non ha risposte, con il suo silenzio dice di non sapere dov’è Denise che, dopo 17 anni, sarà una bella ragazza. Due destini diversi ma paralleli nell’angoscia, nel dolore ma non più per i genitori del bimbo Nicola del Mugello. Il silenzio avvolge tutta Mazara, ora più di ieri, senza più l’ “invadenza” dei giornalisti che corrono il rischio dell’accusa di diffondere ipotesi senza fondamento sul rapimento di Denise. Piera Maggio ha già invitato tutti alla cautela, che si lasci alla Procura di Marsala il compito di indagare nel riserbo assoluto. Anche l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, chiede ai cronisti di osservare prudenza. “Non ci sono novità – dice – rispetto alle prime indagini archiviate e al processo con assoluzione dei primi indagati”.

Mazara del Vallo tace. Il sindaco Salvatore Quinci è impegnato al confronto col Governo Centrale per risolvere il problema della tutela dei pescatori e comunica ai cittadini della sua attività attraverso i post della sua pagina Facebook: “Cari cittadini – scrive – arriva il decreto che eroga contributi per  i pescatori, i loro familiari e le imprese di pesca nei casi di sequestro in alto mare da parte di forze straniere…e un indennizzo per le imbarcazioni”; il sindaco annuncia, inoltre, provvedimenti per i rifiuti, per il porto; nella bella cittadina, poco più di 50 mila residenti, c’è chi si ribella, stavolta uscendo dal silenzio, perché due strade hanno cambiato nome; sulla periferia di Mazara gli anni di isolamento condizionano la vita sociale; nell’antico porticciolo i pescatori muovono i loro motopescherecci verso il mare aperto con la paura che guardie costiere straniere aprano su di loro il fuoco per impedire presunti sconfinamenti.

Non si fa nessun cenno alla Commissione parlamentare di inchiesta chiesta a maggio scorso da Alessia Morani e Carmelo Miceli di Pd sulla sparizione della piccola Denise e per esaminare “la compiutezza e l’efficacia dell’attività investigativa, anche valutando se vi siano state eventuali inadempienze e ritardi sulla direzione e nello svolgimento”. Intanto, lo striscione al balcone di casa Maggio da 17 anni continua il suo appello. “Ridatemi DeniseDenise, torna a casa…”. Silenzio, indifferenza, porte e finestre chiuse.

 

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