Da Sala delle Lapidi arriva finalmente l’ok al bilancio consolidato e le opposizioni non le mandano a dire “cattiva gestione dei rapporti economico – finanziari con le società partecipate. Disallineamenti, contenziosi, obblighi di accantonamento e perdite” che, secondo consiglieri del M5s Viviana Lo Monaco, Concetta Amella e Antonino Randazzo, metterebbero a repentaglio gli equilibri di bilancio “dell’Ente capofila e delle società partecipate”, segnando la “scarsa qualità dei servizi offerti ai cittadini”.
I grillini fanno poi riferimento ai “pochi bus, strade dissestate, quartieri al buio e periferie abbandonate”. Per loro occorre rivedere i contratti di servizio di Reset e Amat, su tutte, per un piano di rilancio concreto.
Per Marianna Caronia, che ieri ha annunciato il suo addio a Forza Italia per via del “no” del partito alla mozione di sfiducia depositata ieri nei confronti del sindaco Leoluca Orlando, l’ok al consolidato “certifica le bugie che il sindaco ha raccontato alla città e al mondo sulla situazione di Palermo. La verità è sotto gli occhi di tutti: disallineamenti, crisi delle entrate, incapacità di spesa, sofferenza delle partecipate”. Poi ritorna sulla questione della fiducia: “Un bilancio finanziario ed economico che è lo specchio del bilancio politico di Leoluca Orlando e della sua amministrazione, che speriamo di mandare a casa al più presto con la mozione di sfiducia”.
Sfiducia a Orlando, mozione depositata: scocca “l’ora x” per sindaco e opposizione
Dal canto loro, Sinistra comune e Pd con Avanti Insieme, provano a buttare la palla in mezzo rammentando quanto sia stato incauto prolungare l’approvazione dello strumento contabile e ricordando anche quanto questo abbia bloccato l blocco delle procedure di stabilizzazione degli ultimi Lsu e rallentato i provvedimenti relativi alle società comunali.
“Le nostre forze politiche – spiegano Barbara Evola, Rosario Arcoleo e Valentina Chinnici, capigruppo di Sc, Pd e Ai – hanno ritenuto superfluo l’emendamento presentato e approvato dalla maggioranza dell’Aula, perché ovviamente nulla ha aggiunto sulle questioni di legittimità dibattute, già disciplinate dalla normativa nazionale, recepita all’assenza di un divieto nel nostro regolamento comunale, ma soprattutto ampiamente attestate dalle competenti funzioni dirigenziali e dal collegio dei revisori dei conti. Ci sembra, piuttosto, che sotto il profilo politico, nella continua ricerca di una legittimazione del proprio ruolo, il Consiglio Comunale dimostri insicurezza e fragilità rispetto alla propria funzione”.
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