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Delitto della Vucciria, Emanuele Burgio ucciso dopo una lite in strada. Fermate tre persone: i nomi

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Cercano di stringere il cerchio attorno alle indagini sulla morte di Emanuele Burgio, 25 anni, freddato l’altro ieri sera alla Vucciria, mercato storico di Palermo. Gli agenti della Squadra Mobile hanno fermato tre uomini con l’accusa di omicidio. Una svolta per le indagini è arrivata anche dalle immagini riprese dalle telecamere della zona. Indiziati del delitto sono i fratelli Matteo e Domenico Romano, 39 anni e 49 anni, e il nipote Giovanni Battista Romano, 29. I tre sono ritenuti i presunti autori dell’omicidio avvenuto tra i vicoli della Vucciria, tra via dei Cassari e via dei Tintori, la notte tra domenica e lunedì scorsi.

La vittima era figlio di Filippo Burgio, condannato per mafia perché considerato appartenente alla famiglia di Porta Nuova e tesoriere del clan durante la latitanza di Gianni Nicchi, boss di Pagliarelli poi finito in manette nel 2011. Gli uomini della Mobile, già ieri, hanno iniziato a indagare nell’ambiente della droga e ascoltato alcune persone che vivono al Borgo Vecchio.

La svolta alle indagini grazie alle oltre dieci videocamere di sorveglianza che gli investigatori hanno analizzato. I Romano sono stati fermati nelle prime ore della mattinata. Le indagini hanno ricostruito l’omicidio del giovane: poco prima del tragico epilogo, sarebbe nata una lite, innescata da uno screzio banale, con protagonisti la vittima e Giovanni Battista Romano, a quanto pare legato a un diverbio stradale. Lite che sembrava essere finita lì salvo poi riprendere tra i vicoli della Vucciria, ma stavolta con più contendenti.

Dopo una breve discussione, Matteo Romano avrebbe impugnato la pistola facendo fuoco contro Emanuele Burgio che avrebbe tentato di fuggire riuscendo, però, a percorrere soltanto pochi metri. Colpito al torace e alle spalle, è morto poco dopo in ospedale.

 

 

 


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