Nuova svolta nel giallo della morte di Mario Biondo, il cameraman palermitano trovato senza vita, il 30 maggio 2013, nella sua casa di Madrid. Grazie allo studio degli indirizzi Ip e alla loro geolocalizzazione, fanno sapere i consulenti delle Emme Team, è stata identificata anche la seconda persona il cui telefono era connesso ai social network del cameraman. La famiglia di Mario, per cui la società italo-statunitense svolge indagini difensive, non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio ma è da sempre convinta che il figlio sia stato assassinato.
Il mese scorso, i consulenti di Emme Team, avevano scoperto che le conclusioni del consulente nominato dalla procura di Palermo nel 2014 “erano totalmente incompatibili con gli allegati e le copie forensi dei dispositivi, specialmente dopo aver recuperato le attività internet dei profili social di Mario Biondo, su Facebook e Twitter”. Dati e attività sui social, sottolineano i consulenti, che “hanno permesso di identificare almeno due persone coinvolte quella notte e presenti all’interno dell’appartamento e nelle sue immediate vicinanze”.
La settimana scorsa è stato identificato il primo degli ignoti connessi ai social di Mario. Il perito Emme Team nominato per l’Italia ed il team di legali consegnerà il lavoro completo in una consulenza finale alla Procura Generale di Palermo, “in modo che finalmente, dopo tanto tempo, si possano iniziare quelle azioni peritali che speriamo portino finalmente giustizia a Mario Biondo, dopo 8 anni di lotta per verità condotta dai suoi genitori”.