“Il presupposto di partenza è rappresentato dalla constatazione che senza parità di genere non può raggiungersi un sistema equo di cittadinanza e convivenza, né può esserci un reale sviluppo socio-economico del territorio. È la parità tra i sessi, in ogni settore in cui si sviluppa la personalità umana, l’unica strada per ridisegnare un nuovo modello di società basato su equilibrati rapporti tra donne e uomini”. Lo dichiara il deputato e segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, annunciando il deposito all’Ars, nei giorni scorsi, del disegno di legge “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra i sessi, il sostegno all’occupazione e all’imprenditoria femminile di qualità, nonché per la valorizzazione delle competenze delle donne”.
Il testo del ddl del Partito Democratico – sottoscritto da tutti i deputati del gruppo parlamentare all’Ars – è composto da 20 articoli suddivisi in sei capitoli, sulla falsariga di quanto già legiferato in materia dalla Regione Lazio, guidata da Nicola Zingaretti.
“Il disegno di legge infatti – spiega Barbagallo – prevede norme per la promozione della parità retributiva tra i sessi, il sostegno all’occupazione e all’imprenditoria femminile di qualità, nonché per la valorizzazione delle competenze delle donne non soltanto in ambito professionale ma anche dal punto di vista della presenza negli organi di governo, sia regionale sia degli Enti locali”.
Un argomento, quest’ultimo, particolarmente sentito dal Partito Democratico così come la battaglia per l’attuazione della preferenza di genere “se si considera che l’esecutivo regionale guidato da Musumeci si distingue per l’assoluta assenza di donne in Giunta, colmata solo in parte – ma in modo insufficiente – dalla nomina di Daniela Baglieri alla guida dell’assessorato Energia”.
“Per il Partito Democratico questo argomento ha la priorità assoluta – dice ancora Barbagallo – su quattro posti di lavoro perduti dall’inizio della crisi determinata dall’emergenza Covid, 3 sono donne. In Sicilia sono 8000 i lavoratori che hanno perso il posto, di questi 6000 sono donne: un’emorragia che dobbiamo contrastare, e compensare, senza perdere altro tempo prezioso”.
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