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VIDEO| Arresti a Enna, droga e tentati omicidi: ecco come operava il clan

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Sono trenta gli indagati arrestati questa mattina all’alba dalla polizia di Enna e accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni, danneggiamenti, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti (cocaina, marijuna, hashish), detenzione e porto illegale di armi. Secondo gli investigatori “il sodalizio criminale” si avvaleva dell’intimidazione per imporre il suo predominio nella zona nord della città, soprattutto Leonforte e Assoro, imponendo il pagamento del “pizzo” e controllando il mercato della droga. Nel corso dell’attività investigativa è stato scongiurato un omicidio e sono state sequestrate ingenti quantità di sostanze stupefacenti e armi da fuoco.

L’articolata e complessa attività investigativa trae origine dall’operazione denominata “Homo Novus” di cui ne è la naturale prosecuzione. Questa operazione nel 2014 aveva portato all’arresto e alla successiva condanna, per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. ed altri reati, degli affiliati ad una neocostituita “famiglia” di “Cosa Nostra” di Leonforte (articolazione della tradizionale famiglia mafiosa ennese) “facente capo a Giovanni Fiorenza e ai figli”.

“I figli di Fiorenza, sebbene reclusi in carcere, non  sono rimasti inerti – dicono gli investigatori – ma hanno diretto attivamente l’associazione criminale della famiglia mafiosa, dando precise disposizioni e direttive, anche a mezzo di comunicazioni epistolari “. Il gruppo criminale smantellato oggi, ha cercato di assicurarsi il controllo del territorio mediante l’imposizione agli imprenditori locali della c.d. “messa a posto” e di gestire in regime di monopolio il traffico delle sostanze. Le indagini, svolte mediante intercettazioni telefoniche, ambientali e di videoriprese, sono state supportate anche dai classici metodi investigativi, attività di appostamento e pedinamento.

Innumerevoli le cessioni di stupefacente verso gli acquirenti e diversi gli episodi di danneggiamento, tra i quali spiccano quelli effettuati all’indirizzo di imprenditori appartenenti anche alla locale associazione Antiracket e quelli gravissimi consumati ai danni di due poliziotti in servizio presso la Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Leonforte. Secondo le ricostruzioni “nell’aprile del 2019 veniva presa la decisione di uccidere uno spacciatore locale che risultava debitore insolvente di proventi legati all’attività di spaccio nonché per punirlo in quanto cercava di contrastare il regime di monopolio nel traffico imposto dall’organizzazione. Solo il pronto intervento degli uomini della Squadra Mobile di Enna e del commissariato di Leonforte ha permesso di far sì che l’evento progettato non venisse portato a compimento.”.

I trenta arrestati, dopo gli adempimenti di rito sono stati rinchiusi in svariate strutture carcerarie o posti agli arresti domiciliari a disposizione della Procura Distrettuale Antimafia di Caltanissetta.

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