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Travolto e ucciso nel Messinese, poi il selfie in caserma: un arresto | VIDEO

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Giovane travolto e ucciso nel Messinese. Alle prime luci dell’alba i carabinieri della Compagnia di Taormina hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Messina su richiesta della locale Procura, nei confronti di un 26enne, A.C. di Piedimonte Etneo, già noto alle forze dell’ordine, ritenuto responsabile di omicidio stradale pluriaggravato, lesioni stradali pluriaggravate e calunnia. Le indagini sono scattate a giugno dello scorso anno dopo un’incidente stradale a Giardini Naxos, in cui perse la vita un 19enne e rimase gravemente ferita la fidanzata allora minorenne.

La vittima, che era alla guida del suo scooter insieme alla ragazza, mentre stava percorrendo la centralissima via Vittorio Emanuele, si scontrò contro un’autovettura che improvvisamente svoltò a sinistra. A seguito del violento impatto lo scooter strisciò sull’asfalto per alcune decine di metri, mentre la vettura terminò la sua corsa andando a urtare contro lo spigolo di un’abitazione. Il 19enne, trasportato d’urgenza all’ospedale San Vincenzo di Taormina morì poco dopo mentre la fidanzata rimase ricoverata in prognosi riservata per più di 30 giorni per le ferite riportate alle gambe e agli organi interni. Feriti, anche se in maniera lieve, pure i cinque passeggeri dell’auto.

Subito dopo l’impatto il 23enne che riferì agli investigatori di essere alla guida dell’auto, e come tale fu indicato anche dagli altri passeggeri, risultò positivo agli accertamenti circa l’uso di alcol e droga e fu indagato per omicidio stradale e lesioni stradali. Dalle immagini di videosorveglianza emerse che l’auto procedeva ad alta velocità di notte su una strada comunale, stretta e a doppio senso di circolazione ed aveva eseguito una repentina manovra per svoltare a sinistra senza azionare la freccia dopo un sorpasso azzardato.

A dicembre dello scorso anno il colpo di scena: il 23enne indagato rivela che quel giorno non era lui alla guida dell’auto. Scattate ulteriori indagini sarebbe stato accertato che a guidare al momento dello scontro fosse proprio il 26enne oggi arrestato. Gli investigatori dell’Arma hanno scoperto che la decisione di indicare il 23enne quale autista dell’auto era stata concertata inizialmente tra i cinque amici in quanto l’unico ritenuto “sobrio”. Infatti, i cinque ragazzi, originari di Piedimonte Etneo, quel giorno avrebbero trascorso una serata a Giardini Naxos frequentando diversi locali e piazze di spaccio. Sarebbe stato proprio il 26enne, già noto alle forze dell’ordine nonostante la giovane età, a convincere gli altri passeggeri a rendere dichiarazioni false, “facendo anche leva sul timore suscitato in loro dal suo curriculum criminale”. 

A.C. avrebbe minacciato uno dei passeggeri “per il solo fatto di aver leggermente cambiato la versione fornita ai carabinieri, fornendo una dichiarazione più ‘neutra’ rispetto a quella iniziale”. Dalle indagini sarebbero emersi anche ulteriori particolari, come la circostanza secondo la quale il conducente avrebbe addirittura visto sopraggiungere lo scooter dallo specchietto retrovisore e avrebbe comunque eseguito la manovra per svoltare a sinistra. Inoltre, “l’indagato aveva avanzato richiesta di risarcimento danni per le ferite subite durante l’incidente quale passeggero”. Adesso deve rispondere di omicidio stradale pluriaggravato, lesioni stradali pluriaggravate e calunnia. Rischia una condanna fino a 18 anni, mentre gli altri tre passeggeri sono indagati in stato di libertà per i reati di calunnia e favoreggiamento personale.

Selfie in caserma prima dell’interrogatorio. Subito dopo il violentissimo impatto, in cui anche la fidanzata della vittima, allora minorenne, rimase gravemente ferita, le telecamere dei carabinieri avrebbero immortalato il gruppo che in attesa dell’interrogatorio si concedeva un selfie in caserma.

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