“Dopo la decisione della Consulta che solleva dubbi di costituzionalità sull’ergastolo ostativo mi auguro che il Legislatore intervenga presto in modo però da non pregiudicare l’efficacia di una normativa antimafia costata la vita a tanti uomini delle istituzioni”. Così Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone e presidente della fondazione che del magistrato porta il nome, commenta la sentenza della Corte Costituzionale sull’ergastolo ostativo.
“Chiunque abbia una conoscenza minima del mondo mafioso, però, – spiega – sa che solo la collaborazione con la giustizia spezza i legami tra l’uomo d’onore e il clan. Concedere la libertà condizionale o altri benefici a prescindere dalla scelta netta della piena collaborazione sarebbe un errore pericolosissimo. Come sarebbe sbagliato e grave lasciare ai giudici, sovraesponendoli, la discrezionalità di scegliere caso per caso”.
“Indagini recenti, ma gli esempi che potrei citare sono tantissimi, – aggiunge Maria Falcone – dimostrano quanto la materia sia insidiosa. Solo qualche mese fa è venuto fuori da un’indagine che un killer della Stidda condannato all’ergastolo per aver ucciso il giudice Livatino, al quale erano stati concessi permessi premio sulla base di un presunto ravvedimento, appena tornato nel suo ambiente è tornato alla guida del clan”.