“Quando abbiamo deciso di istituire la zona rossa su Palermo, in città c’era una grande escalation delle varianti nei contagi e abbiamo registrato anche i primi casi di soggetti già vaccinati che hanno contratto il virus. Se non fossimo intervenuti tutta la Sicilia avrebbe rischiato di diventare zona rossa”. A dirlo è Mario La Rocca, direttore della Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute della Regione Siciliana, durante la sua audizione in Commissione Salute all’Ars. Alla seduta della Commissione non è presente il presidente della Regione Siciliana, e assessore alla Salute ad interim, Nello Musumeci.
“I dati dimostrano la bontà della scelta della zona rossa a Palermo e poi anche per la provincia. In quella settimana – continua La Rocca – il dato era di 209 contagi su 100mila abitanti ma la grande diffusione delle varianti e il notevole impegno delle strutture sanitarie ci dava la percezione di un’incidenza maggiore e infatti i dati consolidati ci dicono che l’indice era 279 casi su 100mila abitanti”.
“Sono queste le motivazioni per cui il presidente della Regione ha firmato le ordinanze di zona rossa prima per il Comune e poi per la provincia di Palermo”.